Bruxelles – “Abbiamo dimostrato che l’impossibile è possibile. Dopo otto anni di governo estremista e populista hanno vinto le forze democratiche”. Donald Tusk, leader del partito Piattaforma civica, si presenta a Bruxelles per il pre-summit del Partito popolare europeo (Ppe) con un messaggio chiaro: la Polonia europeista è tornata. “La Polonia ha mandato un segnale”, rivendica. A tutti, sottolinea: “Fermare populismo ed estrema destra si può”.
Tusk partecipa alla riunione dei leader del Ppe che precede il vertice del Consiglio europeo nella veste di capo del partito di opposizione, e i popolari attendono di accoglierlo come prossimo primo ministro della Polonia. L’ex presidente del Consiglio europeo arriva nella capitale dell’Ue da vincitore delle elezioni generali dello scorso 15 ottobre e di accreditarsi come figura di garanzia, e viene accolto con grande soddisfazione di tutti. “Auspico di rivedere Tusk alle nostre riunioni”, confida il premier irlandese, Leo Varadkar.
Già primo ministro polacco (2007-2014), presidente del Consiglio europeo, quindi presidente del partito popolare europeo. La personalità di Tusk e le sue posizioni pro-europee sono ampiamente riconosciute e apprezzate, a Bruxelles come nelle altre capitati. Proprio la figura e il curriculum di Tusk servono come punto di forza all’Europa e alla Polonia.
La riunione è stata l’occasione per farsi garante di quelle riforme che l’Ue richiede per lo sblocco di 35,4 milioni di euro del Pnrr polacco, congelati dalla Commissione europea e condizionati all’attuazione di alcuni interventi considerati necessari per rafforzamento e tutela dello stato di diritto a Varsavia. La riforma della giustizia richiede tempo e i fondi del Recovery Fund, che finanzia i Pnrr, vanno spesi entro il 2026, un tempo limitato. Questo il messaggio veicolato da Tusk ai leader popolari. A loro ha chiesto di fidarsi di lui e del prossimo governo. Le riforme saranno fatte, e sulla base di questa promessa l’Ue può sbloccare le risorse.