Bruxelles – Sfruttare i finanziamenti disponibili dell’Unione per contrastare ulteriormente la povertà energetica, attraverso regimi di sostegno all’efficienza energetica personalizzati ma anche progettare specifici programmi di sostegno rivolti alle famiglie più colpite. Continua la battaglia della Commissione europea contro la povertà energetica, fenomeno silenzioso che si definisce che si definisce come la difficoltà dei cittadini di mantenere le proprie case adeguatamente calde d’inverno o adeguatamente fresche d’estate. O ancora, non essere in grado di pagare le bollette e di accedere ai servizi energetici di base.
Bruxelles ha pubblicato oggi (23 ottobre) una raccomandazione ai governi per fornirgli una serie di ‘linee guida’ per cercare di affrontare il problema in modo uniforme a livello comunitario. Il concetto di povertà energetica è stato introdotto nel 2009 dalla Direttiva Ue per le norme comuni sul mercato interno dell’elettricità. Negli ultimi anni, la crisi economica trainata dalla crisi pandemica da Covid-19, seguita dall’impennata dei prezzi dell’energia e dall’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022, hanno peggiorato una situazione già difficile per molti cittadini dell’Ue. Stando ai dati Eurostat, circa 40 milioni di europei in tutti gli Stati membri, pari al 9,3 per cento della popolazione dell’Unione, non sono stati in grado di mantenere adeguatamente calda la propria casa nel 2022. Cifre “in forte aumento” rispetto al 2021, quando il 6,9 per cento della popolazione viveva quella situazione.
Il documento, adottato dalla Commissione venerdì e pubblicato oggi in Gazzetta, è suddiviso in otto sezioni (nello specifico: attuazione del quadro giuridico; misure strutturali, accessibilità economica e accesso all’energia; governance; fiducia, impegno e comunicazione; Efficienza energetica; Accesso alle energie rinnovabili; Competenze e Finanziamento) ed è accompagnato da un documento di lavoro in cui la Commissione ricorda il ruolo che possono svolgere i Piani nazionali per l’energia e il clima (PNEC) e i Piani per il clima sociale, come “opportunità per i paesi dell’Ue di riflettere le raccomandazioni odierne nel loro quadro politico per combattere la povertà energetica”, in sostanza introdurre delle misure specifiche per combattere la povertà energetica.
Il fondo sociale per il clima è l’ammortizzatore sociale dei costi della transizione proposto da Bruxelles nel quadro della revisione del mercato europeo del carbonio. Il ‘Climate Social Fund’ nascerà nel 2026 (un anno prima dell’estensione del sistema Ets anche a edifici e trasporti) e fino al 2032 mobiliterà circa 86,7 miliardi di euro per l’azione sociale per il clima che va dalla ristrutturazione degli alloggi sociali al sostegno diretto al reddito. Per ricevere i finanziamenti del Fondo climatico, gli Stati membri dovranno presentare a Bruxelles dei “Piani per il clima sociale” entro il 30 giugno 2025.
La Commissione europea fa sapere che questa iniziativa sarà accompagnata dal rinnovo della dichiarazione congiunta sulla protezione rafforzata dei consumatori per l’inverno, firmata a dicembre di un anno fa. Con il sostegno della Commissione, le principali parti interessate che rappresentano i consumatori, i regolatori, i fornitori e i distributori di energia si sono impegnati a rispettare principi comuni e adottare misure, che vadano oltre la legislazione esistente, a sostegno delle famiglie durante l’inverno 2022-23. L’esecutivo europeo riconosce che sebbene i prezzi “all’ingrosso dell’energia siano diminuiti rispetto ai massimi raggiunti lo scorso inverno, i clienti vulnerabili e quelli in povertà energetica continuano ad avere difficoltà a pagare le bollette e il costo della vita rimane elevato”. Per questo si è deciso di rinnovarla anche per il prossimo inverno 2023-2024.
“La povertà energetica non è un fenomeno nuovo nell’Ue: andando oltre le misure di risposta alla crisi, dobbiamo affrontarne le cause profonde in modo da superarla in modo efficace e sostenibile”, ha sottolineato la commissaria europea all’energia, Kadri Simson, commentando l’adozione da parte della Commissione europea di una raccomandazione contro la povertà energetica. “La raccomandazione odierna – spiega Simson – si concentra su misure strutturali a lungo termine, come garantire l’accesso ad alloggi ed elettrodomestici efficienti dal punto di vista energetico e alle energie rinnovabili, che contribuiranno a guidare la transizione verso l’energia pulita dell’Europa garantendo al tempo stesso che nessuno venga lasciato indietro”.