Bruxelles – L’inflazione si riduce ancora. A settembre, certifica Eurostat con gli ultimi dati resi disponibili, si registra una nuova flessione, sia nell’eurozona sia nell’Ue. Il tasso è ora al 4,3 per cento nell’area dell’euro, 0,9 punti percentuali in meno rispetto ad agosto. L’Unione nel suo complesso registra invece una flessione di un punto percentuale, con l’inflazione adesso al 4,9 per cento. Si tratta dell’undicesimo ribasso consecutivo da ottobre 2022, momento di picco dell’alta inflazione raggiunta sulla scia del rincaro dei prezzi energetici seguiti alla guerra russo-ucraina.
La situazione non è ancora al punto ottimale su cui lavora, a colpi di rialzi dei tassi d’interesse, la Bce. Ma rispetto ai livelli di un anno fa gli alti livelli di inflazione sono stati più che dimezzati, passando dall’10,6 per cento di ottobre 2022, picco più alto registrato, al 4,3 per cento. Questo per ciò che riguarda l’eurozona. Ma lo stesso vale per l’Ue (da 11,5 per cento a 4,9 per cento).
Tra le principali economie dell’eurozona si registra il calo tedesco (da 6,4 per cento a 4,3 per cento tra agosto e settembre). Stabile l’indice francese (5,7 per cento), in controtendenza Italia (+0,1 punti percentuali, con inflazione al 5,6 per cento) e Spagna (+0,9 pp, al 3,3 per cento).
I dati di oggi confermano le stime preliminari diffuse a fine settembre. I prezzi sono aumentati a un ritmo più moderato per i servizi, i beni industriali non energetici e i prodotti alimentari, mentre la deflazione dei costi energetici si è aggravata. Anche il tasso di inflazione core, una misura fondamentale di fondo che filtra i prezzi volatili di cibo ed energia, è sceso al 4,5 per cento, il più basso da agosto 2022.