Bruxelles – Limitazioni di merci e persone, Roma (e Salvini) dice no. L’Italia porta l’Austria in tribunale Ue contro i divieti alla libera circolazione sul Brennero e, per la prima volta, ricorre direttamente alla Corte di Giustizia di Lussemburgo contro un altro Stato membro per violazione del diritto comunitario. Una scelta “difficile ma obbligata”, ha precisato il vicepresidente del Consiglio e ministro dei trasporti, Matteo Salvini, annunciando in una nota che il Consiglio dei Ministri che si è tenuto questa mattina ha adottato formalmente la richiesta del ministero di cui è responsabile di avviare la procedura prevista dall’art.259 del Trattato Ue.
E attacca la Commissione europea, accusandola di aver adottato una “posizione attendista”, rendendo più difficile raggiungere una soluzione sulla base del dialogo. Il Brennero è il valico di frontiera da cui passa buona parte parte delle merci italiane dirette in Germania, con circa oltre 50 milioni di tonnellate di merci all’anno. Per l’Austria, il transito di camion e di veicoli pesanti è un problema soprattutto per l’inquinamento che ne deriva e negli ultimi dieci anni, a più riprese, ha adottato una serie di limitazioni alla circolazione dei mezzi pesanti. A partire dal secondo semestre del 2023, il numero di mezzi pesanti provenienti dalla Germania e diretti verso sud sarà ristretto a un massimo di 300 veicoli all’ora.
Per l’Italia è inaccettabile e contrario alla libera circolazione di merci e persone sancita nel diritto comunitario. A decidere se i divieti austriaci al traffico pesante siano legittimi o se debba prevalere il principio della libera circolazione di merci e persone sancito dai Trattati sarà quindi la Corte di giustizia Ue.
L’articolo 259 a cui fa appello l’Italia, prevede che prima di “intentare un’azione contro un altro Stato membro per presunta violazione di un obbligo derivante dai trattati, uno Stato membro deve sottoporre la questione alla Commissione”. L’Esecutivo comunitario dovrà poi emettere un parere motivato dopo che a ciascuno degli Stati interessati è stata data la possibilità di presentare il proprio caso e le proprie osservazioni sul caso dell’altra parte sia oralmente che per iscritto. Per ora, nessuna notifica è arrivata sul tavolo della Commissione, come conferma un portavoce dell’esecutivo comunitario.
Nell’attesa di notificare l’avvio della procedura formale a Bruxelles, il leader della Lega ha confuso però la sede del tribunale a cui indirizzare la denuncia contro il governo di Vienna. “Il consiglio dei ministri ha disposto il ricorso alla Corte di Strasburgo”, ha detto in conferenza stampa dopo il consiglio dei ministri che si è tenuto in mattinata a Palazzo Chigi, illustrandone i risultati insieme alla premier Giorgia Meloni. Solo che la Corte di giustizia dell’Ue a cui fa riferimento Salvini ha sede in Lussemburgo, mentre a Strasburgo si trova la Corte europea dei diritti umani che però non è un’istituzione comunitaria. Dall’inizio della disputa, la Commissione europea ha promosso degli incontri tra i ministri dei trasporti di Italia, Austria e Germania per cercare una soluzione per risolvere il problema del traffico, ma ha sempre dichiarato di essere dell’idea che sia compito dei tre Stati trovare una soluzione a questa questione.