Bruxelles – Al fianco del confronto con l’industria sul Green Deal Europeo, la Commissione Ue spinge parallelamente i dialoghi verdi con la società civile e i consumatori, per responsabilizzare i cittadini europei su una questione che riguarda tutti da molto vicino. La transizione verso un’economia a zero emissioni alla metà del secolo. “Per poter svolgere un ruolo attivo come consumatori nella transizione verde, dobbiamo essere in grado di fare scelte di consumo sostenibili dal punto di vista ambientale nella nostra vita quotidiana”, ha messo in chiaro il vicepresidente esecutivo della Commissione Ue responsabile per il Green Deal, Maroš Šefčovič, aprendo oggi (11 ottobre) il primo dei dialoghi verdi al convegno del Comitato economico e sociale europeo (Cese) ‘Responsabilizzare i consumatori sui cambiamenti climatici‘.
Il nuovo ‘capo’ del Green Deal – che ha appena sostituito formalmente l’ex-collega olandese Frans Timmermans – ha sottolineato il fatto che “se lo guardiamo da una prospettiva più ampia, siamo tutti consumatori” e per questo ogni ambito della vita quotidiana è interessato, “dagli alimenti che acquistiamo al modo in cui smaltiamo i rifiuti, dal riscaldamento e raffreddamento delle nostre case al modo in cui ci rechiamo al lavoro”. Quello andato in scena oggi è il primo appuntamento del vicepresidente dell’esecutivo Ue nell’ambito dei dialoghi verdi con la società civile dell’Unione, “mezzo essenziale” per attuare il Green Deal e facilitare il percorso verso una transizione equa e sostenibile. Perché per l’esecutivo Ue è cruciale “coltivare il supporto pubblico per il Green Deal attraverso le organizzazioni della società civile”, considerato il fatto che “i nostri cittadini hanno affrontato molte difficoltà, con l’inflazione alta, i prezzi dell’energia altissimi e le conseguenze dei cambiamenti climatici”.
Il “ruolo-chiave” dei consumatori nel modellare la transizione verde dipende dal fatto che possono scegliere “se passare a un consumo ambientale e sostenibile oppure no, dobbiamo stimolare noi un cambiamento positivo“, è stata l’esortazione di Šefčovič, che non ha lasciato spazio a incertezze sulle iniziative legislative di Bruxelles. A partire dalla direttiva contro il greenwashing e le false etichette ambientali: “I consumatori hanno il diritto di essere informati correttamente sull’impatto delle loro scelte sull’ambiente”. Il successo del quadro normativo “porterà tutti a fare decisioni di investimento rispettose dell’ambiente”, anche alla luce dei “molti investimenti necessari per la transizione verde in questi anni e nei prossimi decenni“. In questo contesto rientrano gli sforzi per un quadro regolatorio “chiaro”, in modo che ” i prodotti sostenibili siano anche accessibili e diventino la scelta di default dei consumatori”, è quanto sottolineato con forza nel primo dei dialoghi verdi dell’Ue.
In questo quadro rientra senza dubbio anche la questione della transizione energetica pulita, “perché abbiamo visto quanto è costosa la dipendenza dalle fonti fossili, in particolare dalla Russia, che non esita a usare questa leva per rendere le nostre vite molto difficili e far aumentare i prezzi dell’energia”. Come ribadito dal braccio destro di Ursula von der Leyen, l’Ue “non sta solo diversificando” le fonti energetiche, ma “vogliamo anche affidarci in futuro a fonti rinnovabili che possiamo produrre in Europa“. E poi, cruciale per l’interesse del Cese, la connessione tra Green Deal e cambiamenti climatici. “Abbiamo avuto un’estate orribile, con il Meccanismo [di protezione civile dell’Ue, ndr] attivato sia per gli incendi in Grecia sia per l’enorme alluvione in Slovenia“, ha ricordato Šefčovič, puntualizzando che “non è mai accaduto nello stesso momento di doverlo fare per due Paesi abbastanza vicini e per due eventi così agli estremi“. Di fronte a questo scenario, “dobbiamo esser responsabili”, anche considerato il fatto che “i consumatori sono i più vulnerabili e i più colpiti dalle conseguenze negative del cambiamento climatico, che rende le disuguaglianze nella società ancora peggiori”. Ecco perché “il Green Deal è la soluzione per il futuro“, in attesa dell’operatività del Fondo Sociale per il Clima nel 2026, con “86 miliardi di euro per misure strutturali, investimenti e trasporti”.