Bruxelles – Nessuna maggioranza, tutto rimandato a domani. Wopke Hoekstra e Maros Sefcovic non hanno convinto fino in fondo gli eurodeputati di essere i candidati ideali a sostituire l’olandese Frans Timmermans rispettivamente nel ruolo di commissario per l’azione per il Clima e di vicepresidente esecutivo per il Green Deal e dunque dovranno fornire ulteriori risposte per iscritto alle commissioni parlamentari competenti entro domani mattina.
“Entrambi i candidati non hanno raggiunto la maggioranza dei due terzi necessaria per essere confermati”, ha fatto sapere su X il presidente della commissione Ambiente (Envi) del Parlamento Ue, l’eurodeputato Pascal Canfin, dopo la riunione dei coordinatori dei gruppi politici all’interno di Envi. Ieri sera si è svolta l’audizione di Hoekstra nella commissione per l’Ambiente (Envi), a cui si sono affiancati gli eurodeputati delle commissioni Industria, ricerca ed energia (Itre), per gli Affari esteri (Afet) e per lo sviluppo (Deve) nominate commissioni associate. Questa mattina si è svolta sempre a Strasburgo, a margine dei lavori della plenaria, l’interrogazione di Maros Sefcovic, già vicepresidente per le Relazioni interistituzionali, della commissione Ambiente (Envi) mentre le commissioni Industria ed energia (Itre) e Trasporti (Tran).
Adesso l’iter prevede una ulteriore verifica da parte delle commissioni competenti del Parlamento europeo, che invieranno nelle prossime ore delle “domande ulteriori di chiarimento” a cui i candidati dovranno rispondere entro le 7 di domani mattina (4 ottobre). I coordinatori di Envi torneranno a riunirsi alle 8:30 di domani, per constatare o meno la presenza di una maggioranza dei due terzi (che corrisponde circa a quattro gruppi su sette) dopo che avranno ricevuto le risposte dai candidati. Canfin ha chiarito ancora che se domani dovesse esserci una maggioranza, la decisione approderà in plenaria giovedì “per confermare o meno le nomine”, ha spiegato. Se non dovesse esserci la maggioranza, invece, “sarà organizzata una nuova riunione a livello di commissione per l’ambiente (Envi) dove sarà richiesta una maggioranza semplice”, più facile da ottenere rispetto ai ⅔. Questo però, ha chiarito ancora l’eurodeputato, potrebbe voler dire rimandare la decisione direttamente alla prossima plenaria di fine ottobre (in programma dal 16 al 19 ottobre). E il tempo stringe, se l’Ue vuole presentarsi alla prossima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima, Cop28, (in programma dal 30 novembre al 12 dicembre) con un commissario per il clima e non con un seggio vacante.
Dopo le dimissioni del politico olandese formalizzate a Bruxelles a fine agosto, von der Leyen ha scelto di spacchettare il portafoglio dell’ex vicepresidente. Timmermans ricopriva il ruolo di vicepresidente esecutivo per il Green Deal, principalmente con due priorità politiche: l’attuazione del ‘Patto verde per l’Europa’ (la strategia di crescita economica per rendere il continente europeo climaticamente neutro entro il 2050) e l’azione per il clima. Accettando le dimissioni dell’olandese, von der Leyen ha ‘spacchettato’ le sue competenze, scegliendo di assegnare il ruolo di vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo a Sefcovic e la politica di azione per il clima a Hoekstra, ex ministro degli Esteri del governo Rutte.
Ad aver deluso gli eurodeputati, a detta di Canfin, le incertezze dimostrate da entrambi i candidati su alcune tempistiche legislativa e un impegno poco concreto (su cui entrambi sono stati incalzati nel corso delle audizioni) su uno dei principali file legislativi che attendono la Commissione nel 2024, l’indicazione dell’obiettivo climatico intermedio al 2040. Chiedendo ulteriori chiarimenti, l’Eurocamera cercherà nei fatti di ottenere dettagli più precisi sulle tempistiche di alcuni dossier legislativi su cui la Commissione europea sta temporeggiando e che probabilmente slitteranno alla prossima legislatura (vedi la revisione del regolamento REACH per le sostanze chimiche) e un impegno più forte per una riduzione delle emissioni del 90 per cento entro il 2040 come obiettivo climatico intermedio, su cui entrambi si sono detti d’accordo ma senza grande enfasi o rassicurazioni. “La stragrande maggioranza dei gruppi è rimasta delusa” dal fatto che non ci siano stati impegni certi sui tempi di presentazione dei dossier pendenti del Green Deal”, ha spiegato l’eurodeputato. A pesare sulla nomina di Sefcovic anche i dubbi di molti eurodeputati sulla sua appartenenza al partito socialdemocratico slovacco Smer-Sd di cui fa parte anche il filo-russo Robert Fico, vincitore delle ultime elezioni nel Paese, di cui i deputati hanno chiesto conto chiedendogli un impegno forte a difendere la posizione dell’Ue sull’embargo energetico contro la Russia, inclusa la Slovacchia.