Bruxelles – La stagione estiva è finita, ma non quella degli incendi sul territorio europeo. Ancora una volta quest’anno è stato attivato da Bruxelles il Meccanismo di protezione civile Ue, per sostenere l’Albania nella lotta contro gli incendi che stanno colpendo da oltre una settimana il sud del Paese e che sono a oggi fuori controllo. “È un promemoria fondamentale per ricordare che la stagione degli incendi si estende oltre l’estate”, ha ribadito con forza il commissario per la gestione delle crisi, Janez Lenarčič, rendendo noto oggi (2 ottobre) il ricorso di Tirana allo strumento di prevenzione e riposta del rischio di catastrofi dei Ventisette e dei 10 Paesi partner.
Come spiegato dal commissario Lenarčič, dopo la richiesta dell’Albania dell’assistenza per combattere gli incendi nel comune di Fier, “abbiamo mobilitato due aerei antincendio del pool congiunto del Meccanismo di protezione civile Ue in Grecia, che ora stanno operando a terra”. È da più di una settimana che vigili del fuoco ed esercito albanese sono impegnati nel tentare di spegnere gli 11 focolai (tra ancora attivi e già domati) nel sud-ovest del Paese, con la sfida più grande portata dai forti venti che stanno propagando le fiamme verso i terreni agricoli pronti per il raccolto. Ma rimane critica la situazione nella pineta di Darëzezë e Re, dove le fiamme sono al momento incontrollabili per le forze di terra proprio a causa delle condizioni atmosferiche. Per questo motivo è stato richiesto da Tirana un intervento aereo attraverso il Meccanismo Ue, di cui l’Albania è membro effettivo dal novembre dello scorso anno. Prima di aderire ufficialmente, è già stata sostenuta dalle squadre europee in seguito al terremoto del novembre 2019 e per affrontare gli incendi delle ultime tre estati.
Istituito nel 2001 dalla Commissione, il Meccanismo Ue è il mezzo attraverso cui i 27 Paesi membri e altri 10 Stati partecipanti (Albania, Bosnia ed Erzegovina, Islanda, Macedonia del Nord, Moldova, Montenegro, Norvegia, Serbia, Turchia e Ucraina) possono rafforzare la cooperazione per la prevenzione, la preparazione e la risposta ai disastri, in particolare quelli naturali. Una o più autorità nazionali possono richiederne l’attivazione quando un’emergenza supera le capacità di risposta dei singoli Paesi colpiti. La Commissione coordina la risposta di solidarietà degli altri partecipanti con un unico punto di contatto, contribuendo almeno a tre quarti dei costi operativi degli interventi di ricerca e soccorso e di lotta agli incendi. Il pool europeo di protezione civile è formato da risorse pre-impegnate dagli Stati aderenti, che possono essere dispiegate immediatamente all’occorrenza. A questo si aggiunge la riserva rescEu, la flotta di aerei ed elicotteri antincendio per potenziare le componenti della gestione del rischio di catastrofi: per l’estate 2023 è stato messo a punto un piano di emergenza che prevede il raddoppio della flotta della riserva rescEu a 28 tra aerei ed elicotteri antincendio (rispettivamente 24 e 4).
Oltre l’Albania, il Meccanismo nell’estate 2023
Per l’Unione è un’estate da record per le attivazioni del Meccanismo di protezione civile Ue, che solo tra luglio e agosto ha toccato quota 18 (come lo stesso commissario Lenarčič ha reso noto alla sessione plenaria del Parlamento Ue di settembre). Se in autunno la stagione degli incendi non è ancora terminata, l’estate 2023 per il Meccanismo si è aperta già a maggio con un altro disastro naturale, ovvero l’alluvione in Emilia-Romagna: il 21 maggio l’Italia ne ha richiesto l’attivazione per far fronte a una tragedia che ha causato 15 vittime, 26 mila sfollati e danni stimati per diversi miliardi di euro. Nemmeno un mese dopo e il 7 giugno dall’Ucraina – nuovo membro effettivo del Meccanismo dal 20 aprile – è arrivata una nuova richiesta di attivazione a causa della distruzione russa della diga di Nova Kakhovka, nel sud del Paese, che ha causato un disastro ecologico e umanitario. Un solo giorno più tardi e anche il Canada ha chiesto l’assistenza per affrontare quelli che sono ben presto diventati tra i peggiori incendi della storia del Paese nordamericano (e continuati per mesi).
Entrati a tutti gli effetti nella stagione estiva, il ricorso al Meccanismo di protezione civile Ue si è intensificato, in particolare in Grecia. Il Paese ne ha fatto ricorso due volte per affrontare i roghi che hanno devastato larghe porzioni della penisola e delle isole: la prima volta a metà luglio nell’Attica e nelle isole di Rodi, Corfù ed Eubea, la seconda volta per combattere il peggior incendio mai registrato nella storia dell’Ue da quando nel 2000 sono iniziate le rilevazioni del Sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi (Effis), la sezione dedicata del servizio di gestione delle emergenze (Ems) del programma Copernicus. In quell’occasione si è reso necessario stanziare nel Paese quasi la metà della riserva antincendio rescEu (un elicottero e 11 aerei antincendio). Anche Cipro è dovuto ricorrere al Meccanismo a inizio agosto per la medesima ragione, mentre parallelamente la Slovenia è stata sostenuta con lo stesso strumento per far fronte al peggior disastro naturale della sua storia, le alluvioni del 6 agosto che hanno causato la morte di tre persone e migliaia di evacuati.
Il Meccanismo di protezione civile Ue non è però uno strumento infinito e i dati iniziano a preoccupare Bruxelles. Negli ultimi due anni le richieste di attivazione “sono aumentate del 400 per cento e le risorse sono al limite”, ha avvertito il responsabile per la gestione delle crisi nel gabinetto von der Leyen davanti agli eurodeputati: “Lavora già a pieno regime operativo, ma a breve potremmo non essere più in grado di venire in aiuto dove necessario”. Perché, come dimostrato dalla peggiore emergenza della storia europea, anche se metà delle forze della riserva rescEu sono state stanziate in Grecia, “altri Paesi membri non hanno potuto inviare rinforzi a causa dei loro stessi allarmi antincendio“. Se non si risponderà in maniera coerente sul piano finanziario, il rischio concreto è quello che venga meno la risposta comune proprio perché ogni membro dell’Ue dovrà affrontare una crisi sul proprio territorio nazionale – “diverse sfide nello stesso momento” – ha messo in guardia il commissario Lenarčič.