La Polonia corre in soccorso di Jean-Claude Juncker che guadagna un’altra donna nella sua futura Commissione. Il Presidente eletto resta però in affanno e non riesce ancora a raggiungere la quota di 9 commissarie, come nell’esecutivo Barroso, e il sostegno del Parlamento rimane a rischio.
Ad aggiungere un ulteriore tassello rosa è stata la decisione di Varsavia di ritirare la candidatura del ministro degli Esteri, Radoslaw Sikorski, che aspirava alla nomina di Alto rappresentante conquistata da Federica Mogherini, e ha proposto in alternativa la vicepremier Elzbieta Bienkowska. Con Mogherini, la danese Margrethe Vestager, la bulgara Kristalina Georgieva, la svedese Cecilia Malmstroem, la ceca Vera Jourova e la slovena Alenka Bratusek al momento le donne dell’esecutivo Juncker sarebbero sette a cui si potrebbero aggiungere le “candidature B” di Cipro, Malta e Romania, che hanno proposto una donna ma solo come seconda scelta.
Juncker sta pensando allora di uscire dall’impasse offrendo alle donne portafogli più ‘pesanti’, come compensazione alla loro scarsa rappresentanza numerica, ma gli eurodeputati continuano ad avvertirlo che in questo modo il loro sostegno è a rischio. “Abbiamo chiarito la nostra opinione su questo tema, ma vale la pena di sottolinearla ancora una volta: l’S&D non accetterà alcun passo indietro sull’equilibrio di genere della prossima Commissione”, ha dichiarato il capogruppo socialista, Gianni Pittella secondo cui “l’equilibrio di genere è la conditio sine qua non” perché gli S&D “appoggino la futura Commissione”.