L’embargo russo ai prodotto agro-alimentari europei ha ripercussioni, solo per l’Italia, “nell’ordine dei 200 milioni per i settori già colpiti”, vale a dire orto-frutticolo e lattiero-caseario. Lo afferma il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, in occasione dell’audizione in commissione Agricoltura del Parlamento europeo. E non è che la punta dell’iceberg, in quanto “c’è da valutare bene l’impatto che il blocco delle importazioni può generare anche per via di secondi o terzi effetti, e di rimbalzi di mercato che possono esserci nello spazio europeo”. Pur non nascondendo i timori per “una crisi internazionale di portata significativa”, il ministro ritiene che la crisi ucraina e il braccio di ferro con la Russia possono però essere gestite. “Abbiamo dei fondi e delle risorse in ambito comunitario per la gestione delle crisi, e penso che la Commissione faccia bene ad attivare questi strumenti”. Per questo motivo “la mia richiesta alla Commissione è di attivare tutti gli strumenti che sono già nel novero delle iniziative possibili per accompagnare in particolare i settori più colpiti”.
Venerdì si riuniranno a Bruxelles i ministri dell’Agricoltura dei paesi dell’Ue per una sessione straordinaria convocata dalla presidenza italiana proprio per mettere a punto le strategie di risposta alla decisione russa. “Credo che anche il Consiglio di venerdì ci consentirà di rafforzare ulteriormente queste misure”, confida Martina. “Dobbiamo certamente lavorare ancora sull’argomento”. Di fronte all’embargo russo “abbiamo cercato di iniziare a perfezionare alcune misure, chiedendo alla Commissione misure concrete per l’ortofrutta e il settore lattiero-caseario, e lo stoccaggio di burri e formaggi è il primo esempio concreto di queste misure adottate”. Ma è solo l’inizio. “Non considero quanto fatto fin qui conclusivo, era importante partire e siamo partiti”.