Bruxelles – “Non c’è un pianeta B”. Con queste parole il presidente francese Emmanuel Macron ha spiegato la strategia per l’azione climatica da attuare nel Paese, tramite un video pubblicato ieri (25 settembre) sui suoi canali social. Strategia che, però, ha bisogno dei fondi dell’Unione europea.
Il tema dell’ecologia è una delle bandiere sotto le quali Macron ha costruito la sua ultima campagna elettorale, come annunciato a Marsiglia nel 2022: “La politica che poterterò avanti nei prossimi 5 anni sarà una politica ecologica. O non ci sarà”. L’obiettivo, già annunciato domenica sera (24 settembre) al primo canale televisivo nazionale TF1, è quello di “un’ecologia del progresso” che passi innanzitutto attraverso la decarbonizzazione dell’industria francese. Che dovrà avvenire “entro il primo gennaio 2027”. Ma per farlo Macron ha bisogno della Commissione europea, che ha invitato a investire di più nel processo di cambiamento in direzione di un’Unione più green: “L’Europa deve investire di più nella transizione ecologica. Non può esserci una vera strategia europea di decarbonizzazione se c’è soltanto regolamentazione e nessun investimento”.
E non solo. La Francia ha chiesto a Bruxelles una posizione più forte sulla trasizione ecologica: l’Unione europea dovrebbe stabilire pubblicamente le date entro le quali l’uso dei combustibili fossili, che provocano il riscaldamento del pianeta, dovrebbe essere gradualmente eliminato, in modo da poter rafforzare la sua spinta per un accordo globale su una graduale eliminazione in occasione della prossima COP28, il vertice sul clima delle Nazioni Unite che si terrà tra il 30 novembre al 12 dicembre di quest’anno a Dubai. Stabilire una tempistica “aumenterebbe la pressione sui Paesi che sono riluttanti ad accettare un’eliminazione graduale dei combustibili fossili”, ha affermato la Francia, in un documento condiviso con altri paesi dell’Ue e visto da Reuters.
La richiesta dell’Unione – non supportata da fondi sufficienti, secondo il presidente francese – è quella di raggiungere l’obiettivo di -55 per cento di emissioni di gas serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. E lo scopo di Macron per raggiungere questa soglia è procedere progressivamente, riducendo le emissioni di circa il 5 per cento all’anno, in un Paese in cui ci sono almeno 50 siti industriali che producono ogni anno circa 43 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra.
Nel disegno di legge finanziaria che sarà presentato mercoledì 27 settembre al Consiglio dei ministri (prima di essere discusso al Parlamento francese), si vede già l’entità dell’impegno economico del Paese per l’azione per il clima nel 2024: sono stati stanziati 40 miliardi di euro, 7 in più rispetto al 2023. Soldi che serviranno, tra le altre cose, anche a raggiungere l’obiettivo di produrre un milione di auto elettriche in Francia entro il 2027.