Bruxelles – E’ stallo tra gli Stati membri al Consiglio Ue sui nuovi standard di emissioni inquinanti Euro7. Alla riunione tra gli ambasciatori dei 27 Stati membri Ue che si è tenuta ieri sera (20 settembre) non c’è stato consenso sul testo di compromesso presentato dalla presidenza spagnola alla guida dell’Ue, promosso in vista del Consiglio Ue della competitività in programma lunedì 25 settembre.
La presidenza di Madrid, a quanto apprende Eunews, sta dunque preparando una nuova bozza di compromesso che sarà discussa al Coreper domani in vista del Consiglio di prossima settimana. La proposta sui nuovi standard Euro7 è stata avanzata da Bruxelles a novembre dello scorso anno, proponendo di rendere i test sulle emissioni dei veicoli più coerenti con le condizioni di guida reali e di fissare limiti alle emissioni di particolato causate dall’usura di freni e pneumatici (che, secondo Bruxelles, stanno per diventare le principali fonti di emissioni di particolato dai veicoli), con l’obiettivo di ridurre entro il 2035 le emissioni di ossido di azoto (NOx) di auto e veicoli commerciali leggeri del 35 per cento rispetto al precedente standard Euro 6.
Gli standard di emissione Euro7 introducono dunque limiti più ambiziosi per gli inquinanti atmosferici, ma non riguardano le emissioni di CO2 che invece sono regolate dal regolamento sull’addio alla vendita delle auto e dei furgoni con motore a combustione interna, diesel e benzina, dal 2035. La proposta però è bersaglio politico di un gruppo di Stati membri ridotto ma del peso politico della Germania e dell’Italia, che nei mesi scorsi si sono riuniti nel formato ministeriale per alzare la voce contro la proposta e rimandarne i lavori legislativi, o almeno annacquarne gli obiettivi. Anche se la Commissione sembra intenzionata a portare avanti il dossier, nonostante le critiche.
Rispetto a quella della Commissione europea, la proposta della presidenza di Madrid ha ritardato i tempi per l’entrata in vigore delle disposizioni. Le scadenze di attuazione di metà 2025 per le auto e metà 2027 per i camion verrebbero posticipate e le automobili e i piccoli camion dovrebbero conformarsi solo 24 mesi dopo l’entrata in vigore del regolamento e 48 mesi per autobus e camion superiori a 3,5 tonnellate. Gli Stati che rifiutano i nuovi standard di emissione per le autovetture sono soddisfatti di come è stato elaborato il testo, ma chiedono ancora più tempo per applicare alcune disposizioni.
Negli ultimi mesi e in più di una occasione, l’Italia insieme altri 7 Paesi Ue (Bulgaria, Repubblica ceca, Francia, Polonia, Romania, Slovacchia e Ungheria) hanno sollevato la loro contrarietà alla Commissione europea, alla presidenza del Consiglio di turno e agli altri Stati membri definendo “irrealistica” la proposta di Bruxelles. Il gruppo degli Otto si era riunito a Strasburgo a metà marzo in formato ministeriale – per l’Italia c’era il ministro per le Infrastrutture, Matteo Salvini – per fare pressione sulla Commissione europea per spostare in avanti anche le date per l’entrata in vigore della normativa e lamentando anche scarsi vantaggi dal punto di vista ambientale. Secondo i Paesi contrari l’aumento dei costi delle auto potrebbe rallentare l’aggiornamento delle flotte che invece è fondamentale per ridurre l’impatto ambientale.