Telecomunicazioni, agenda digitale e banda larga devono essere gli imperativi dell’Unione europea, che propone un nuovo pacchetto per rilanciare il settore. Per questo Pascal Lamy, ex commissario per il Commercio ed ex direttore generale del Wto, è stato incaricato dalla Commissione Barroso di mettere a punto la nuova strategia. All’esecutivo di Bruxelles ha presentato un piano basato su tre punti: banda di frequenza da 700 Mhz, quella attualmente usata per le trasmissioni radio-televisive, da usare anche per le reti mobili entro il 2020, stabilità e sicurezza normativa per il digitale terrestre sotto i 700 Mhz fino al 2030, revisione delle politiche Ue nel 2025 per tener conto dello sviluppo tecnologico del settore. Lamy, su indicazione del commissario per l’Agenda digitale, Neelie Kroes, ha lavorato in un apposito gruppo di alto livello costituito per ridisegnare il futuro dello spettro dei segnali a radiofrequenza.
Nello specifico il pacchetto (denominato pacchetto ’20-30-25′, per via delle date), prevede che le attuali frequenze di trasmissione entro i 694 e 790 Mhz siano riadattate per le comunicazione senza fili. Il termine del 2020 è fissato per assicurare una transizione che minimizzi i costi per utenti e cittadini. Sul fronte normativo, l’Europa si impegna a respingere fino al 2030 ogni piano di riallocazione delle frequenze di comunicazione mobile tra i 470 e i 694 Mhz già assegnate. A metà percorso – nel 2025 – si rifarà il punto della situazione ed eventualmente verranno prese nuove misure.
Kroes non ha dubbi: le tre misure contenute nel pacchetto messo a punto da Lamy “gettano le basi per una banda larga senza fili migliore e più veloce ovunque” in Europa, e allo stesso tempo garantirà “la coesistenza tra digitale terrestre e wireless”. Un’esigenza che la Commissione europea e il suo gruppo di alto livello hanno riscontrato in questi mesi, e a cui devono dare risposta. “A seconda dell’operatore gli interessi cambiano”, ha spiegato Lamy, per il quale il pacchetto messo a punto “è ragionevole” e per questo possibile. “La banda larga mobile ha bisogno di più spazio in Europa, e al tempo stesso va garantito agli operatori un quadro credibile”, ha sottolineato ancora il francese. Avanti così dunque.
Ma gli Stati membri che ne pensano di questo pacchetto? È presto per dirlo, ma Kroes è ottimista. “Niente è semplice in un processo decisionale a ventotto, ma alla fine si raggiunge sempre un punto di arrivo”, le parole del commissario uscente. “Mi sarei preoccupata se questo pacchetto non fosse stato presentato”, la risposta alla domanda di chi domandava se si temono resistenze da governi o operatori. “L’Europa deve darsi un percorso che gli consenta di dotarsi di tecnologia, e deve decidere ora”, ha aggiunto Lamy. La proposta c’è. Sarà compito del prossimo commissario per l’Agenda digitale gestirne l’iter legislativo.