Bruxelles – Commissario europeo per l’azione per il clima, ma non vicepresidente esecutivo per il Green Deal. E’ dopo poco più di un’ora di colloquio che la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha confermato l’intenzione di voler ‘spacchettare’ il portafoglio dell’ex vicepresidente, Frans Timmermans, proponendo al Consiglio e al Parlamento europeo il nome di Wopke Hoekstra, attuale ministro degli Esteri dei Paesi Bassi, alla carica di nuovo commissario europeo nominato dai Paesi Bassi (dal momento che il collegio della Commissione europea si compone di un membro per ciascuno Stato membro).
Von der Leyen sceglie di raccomandare la nomina di Hoekstra come nuovo commissario europeo responsabile dell’azione per il clima, una priorità legislativa e politica che formalmente ricadrà sotto la guida del neo-nominato vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo e le relazioni interistituzionali, Maros Sefcovic, che ha ereditato la delega di Timmermans al Green Deal. Timmermans ricopriva il ruolo di vicepresidente esecutivo per il Green Deal, principalmente con due priorità politiche: l’attuazione del ‘Patto verde per l’Europa’ (la strategia di crescita economica per rendere il continente europeo climaticamente neutro entro il 2050) e l’azione per il clima. Accettando le dimissioni dell’olandese, von der Leyen ha ‘spacchettato’ le sue competenze, scegliendo di assegnare il ruolo di vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo a Šefčovič, al quale è andata solo temporaneamente anche la responsabilità del portafoglio per la politica di azione per il clima fino alla nomina del nuovo commissario proveniente dai Paesi Bassi.
Hoekstra al clima, ma non al Green Deal
Dopo poco più di un’ora di colloqui, il capo dell’esecutivo comunitario ha sottolineato la “forte motivazione per l’incarico” di Hoekstra “e un grande impegno nei confronti dell’Unione europea. Ha anche esperienza professionale rilevante per questo incarico”, ha motivato la decisione von der Leyen. Ha poi aggiunto che il candidato ha una “significativa esperienza sulle questioni europee, essendo stato vice primo ministro dei Paesi Bassi e ministro degli affari esteri dal 2022, e ministro delle finanze dal 2017 al 2022”. E proprio la sua esperienza governativa sarà “una risorsa importante in particolare per la diplomazia climatica dell’Europa nel periodo precedente alla COP28”, la Conferenza sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite in programma dal 30 novembre al 12 dicembre negli Emirati Arabi Uniti “e per la finanza climatica, nonché per l’attuazione degli strumenti legislativi legati al clima”.
47enne e attuale ministro degli Esteri del governo Rutte, Hoekstra è esponente dei conservatori liberali del partito Appello Cristiano Democratico (CDA), che a Bruxelles è membro del Partito popolare europeo (PPE), il più numeroso gruppo parlamentare di centrodestra. Il gruppo è lo stesso della presidente von der Leyen, ma la scelta della leader tedesca è un forte segnale di discontinuità con Timmermans che appartiene invece alla famiglia dei Socialisti & Democratici. E questo potrebbe essere un problema non da poco in sede di audizione al Parlamento europeo, dove i gruppi di sinistra e verdi hanno già annunciato che si tratterà di una nomina in salita.
Il gruppo S&D ha affermato che il portafoglio climatico dovrebbe rimanere nella famiglia politica dei socialisti, e anche per la Sinistra radicale le dimissioni di Timmermans lasciano un vuoto che Hoekstra “non è in grado di colmare”. Per essere nominato formalmente, il candidato dovrà ‘superare’ un’audizione al Parlamento europeo (ancora non si conosce la tempistica, spiegano a Eunews fonti parlamentari) a cui parteciperanno una o più commissioni parlamentari competenti per il portafoglio, dopo aver risposto a un questionario scritto e presentato la propria dichiarazione di interessi. “Dovrà dimostrare di essere l’uomo giusto al posto giusto. Questo non è un affare fatto in quanto dovrà essere confermato da una maggioranza di 2/3 dei coordinatori nella commissione Ambiente”, ha messo in guardia l’eurodeputato liberale di Renew Europe, Pascal Canfin, presidente della commissione Envi dell’Europarlamento.
Ursula von der Leyen just announced the nomination of @WBHoekstra as climate commissioner. He will have to demonstrate he is the right man at the right place. This is not a done deal as he will need to be confirmed by a 2/3 majority of envi coordinators in the @EP_Environment
— Pascal Canfin (@pcanfin) August 29, 2023
La prassi del passaggio parlamentare è prevista dal regolamento sul funzionamento del Parlamento europeo e prevede che la Commissione debba ottenere l’approvazione del Parlamento a maggioranza dei voti espressi prima che i candidati possano essere nominati ufficialmente dal Consiglio europeo. Dopo la consultazione con il Parlamento, la nomina del commissario richiede un accordo comune tra il presidente della Commissione e il Consiglio Ue (come previsto dall’articolo 246 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea). Vista la legislatura agli sgoccioli e considerata la decisione di von der Leyen di conservare la delega al Green Deal nelle mani del socialdemocratico Sefcovic, è improbabile che il candidato venga bocciato dall’Europarlamento. Anche se non impossibile.