Bruxelles – Vicino, ma non troppo. Tra Bruxelles e Washington c’è un ‘allineamento sui principi essenziali” del futuro accordo sui minerali critici, ma molti dettagli devono ancora essere chiariti nel quadro dei negoziati in corso. A dirlo a Eunews un portavoce dell’esecutivo comunitario, assicurando che la Commissione europea punta a concludere i negoziati con gli Stati Uniti per un accordo sui minerali critici “il prima possibile”.
“Con questo accordo, il nostro obiettivo è raggiungere uno status equivalente” a un accordo di libero scambio per l’Ue “nel contesto dell’Inflation Reduction Act (IRA)”, il vasto piano di sussidi verdi da quasi 370 miliardi di dollari varato dall’amministrazione Usa, che Bruxelles teme possa svantaggiare le imprese europee. “Le nostre discussioni esplorative con gli Stati Uniti hanno mostrato un allineamento sui principi principali, mentre i dettagli verranno approfonditi durante i negoziati”, ha spiegato ancora il portavoce, ricordando che la Commissione europea ha ricevuto a fine giugno dagli Stati membri al Consiglio l’autorizzazione ad avviare il negoziato per l’accordo sui minerali critici.
Bruxelles lavora da mesi ormai con Washington a un accordo per rafforzare le catene di approvvigionamento di minerali critici – essenziali per la produzione di tecnologie chiave per la doppia transizione, come il litio per le batterie – e distendere le tensioni create dall’Inflation Reduction Act (IRA). Solo la scorsa settimana il vicepresidente esecutivo con delega al Commercio, Valdis Dombrovskis, ha dichiarato a margine della ministeriale del G20 di vedere possibile un accordo entro l’autunno.
Detailed exchange on the margins of @g20org with @USTradeRep @AmbassadorTai on the sustainable arrangement for steel & aluminium (GSA) and critical minerals agreement (CMA).
We agreed to intensify talks with a view to reaching agreement by the autumn.#G20India #EUTrade #TIWG pic.twitter.com/eblMQ7sAHN
— Valdis Dombrovskis (@VDombrovskis) August 24, 2023
Da mesi ormai è in corso il dialogo tra Bruxelles e Washington per rafforzare le catene di approvvigionamento di minerali critici, necessari alla produzione di tecnologia pulita, e distendere le tensioni create dall’Inflation Reduction Act (IRA), il vasto piano di sussidi verdi per quasi 370 miliardi di dollari varato dall’amministrazione Usa ormai quasi un anno fa, che Bruxelles teme possa svantaggiare le imprese europee. L’Unione europea è responsabile della politica commerciale degli Stati membri e negozia gli accordi per loro, dunque formalmente è la Commissione europea che chiede agli Stati membri una sorta di mandato politico per poter negoziare con una voce sola un accordo commerciale con un partner esterno.
Da quando l’amministrazione Biden ha presentato l’IRA lo scorso agosto, è stata istituita una task force Usa-Ue con cui Bruxelles sta cercando di ottenere agevolazioni per le imprese dell’Ue, un trattamento di favore come quello di cui godono Canada e Messico. In assenza di un accordo globale di libero scambio tra l’Unione europea e gli Stati Uniti, la conclusione di un accordo mirato sui minerali critici dovrebbe consentire ai minerali critici estratti o trasformati nell’Ue di essere conteggiati ai fini di determinati requisiti di credito d’imposta dell’IRA sui veicoli puliti e dunque poter accedere alle stesse agevolazioni.
Passi avanti nei mesi scorsi si sono registrati nell’ottenere l’accesso ai privilegi fiscali negli Stati Uniti per l’industria automobilistica europea, in particolare sulle auto elettriche aziendali in leasing. Rimane l’altra questione dei minerali critici per la produzione di batterie elettriche, su cui l’Ue vuole un accordo separato. L’Ira prevede fino a un massimo di 7.500 dollari di incentivi per le batterie elettriche, di cui 3.750 riguardano i minerali e 3.750 il resto della componentistica. Per la quota relativa ai minerali – quindi il 50 per cento – Bruxelles vuole che anche le batterie prodotte in Europa possano avvalersi degli incentivi fiscali americani. Secondo il mandato adottato dagli Stati membri, l’accordo sui minerali critici alla transizione dovrebbe essere “pienamente coerente con le norme dell’Organizzazione mondiale del commercio” e pienamente in linea “con gli obiettivi perseguiti nell’atto dell’Ue sulle materie prime critiche”, il Critical Raw Material Act presentato lo scorso 16 marzo