Bruxelles – A un mese esatto dalle prime indiscrezioni, oggi la notizia è ufficiale. Frans Timmermans è stato scelto nei Paesi Bassi per guidare la neonata coalizione formata dal partito di centrosinistra Partito del Lavoro (PvdA) e della Sinistra Verde GroenLinks (GroenLinks-PvdA) in vista delle elezioni parlamentari che si terranno il 22 novembre. Nel giro di poche ore dai risultati, il ‘papà’ del Green Deal europeo ha comunicato a Palazzo Berlaymont la decisione di dimettersi dal ruolo di vicepresidente e commissario, per poter correre alle elezioni nazionali senza incompatibilità di ruolo.
Nel salutare l’operato di Timmermans e accettare le sue dimissioni, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha scelto di assegnare il ruolo di vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo al vicepresidente per le relazioni interistituzionali, Maroš Šefčovič, al quale andrà solo temporaneamente anche la responsabilità del portafoglio per la politica di azione per il clima fino alla nomina di un nuovo commissario proveniente dai Paesi Bassi (il collegio si compone di un membro per ciascuno Stato membro). La presidente della Commissione ha deciso quindi di separare i due ruoli – delega al Green Deal e azione per il clima – che finora sono stati nelle stesse mani di Timmermans, e lasciare che sia Šefčovič a guidare il Green Deal fino alla fine della legislatura.
Una decisione che in fondo non stupisce: la legislatura ha ancora pochi mesi di vita e il Green Deal ne è il pilastro vitale, lasciarlo nelle mani di un nuovo commissario per pochi mesi sarebbe un azzardo, soprattutto in un momento come questo. Di fatto Timmermans lascia il Green Deal non solo in un momento di profonda crisi di legittimità del Patto verde, ma anche in un momento delicato in cui vari dossier dovranno essere chiusi prima della scadenza della legislatura nel 2024. Dalla legge sulla natura al taglio dei pesticidi – ovvero i due pilastri agricoli del Green Deal europeo -, ma anche alcuni file particolarmente divisivi in Italia, come la direttiva sull’efficientamento energetico delle case (la cosiddetta direttiva case green) e il nuovo regolamento sugli imballaggi.
E non stupisce neanche che la scelta sia infine ricaduta su Šefčovič, che da semplice vicepresidente per le Relazioni interistituzionali ha acquisito nel corso di questa legislatura sempre più influenza, arrivando a gestire la piattaforma per gli acquisti congiunti di gas dell’Ue nel pieno della crisi energetica con la Russia. “Dopo una fase legislativa di successo, l’attenzione del vicepresidente esecutivo Šefčovič si concentrerà sul successo dell’introduzione del Green Deal come strategia di crescita dell’Europa. La nostra priorità sarà il rafforzamento dell’innovazione industriale pulita, il potenziamento delle reti e delle infrastrutture per la transizione energetica e l’accesso alle materie prime critiche”, ha dichiarato von der Leyen.
Il voto su Timmermans
Attraverso una votazione online che si è conclusa questa mattina alle 12 di questa mattina, i membri di entrambi i partiti della coalizione hanno scelto Timmermans come leader della lista di coalizione con il 91,8 per cento delle preferenze, mentre l’8,2 per cento ha votato “nessuno dei candidati”. Hanno espresso il loro voto complessivamente 37.738 membri, pari al 51,5 per cento dei votanti. La votazione è stata dunque una pura formalità dal momento che il capo del Green Deal era di fatto l’unico candidato, membro del centrosinistra PvdA. Gli altri membri della lista saranno resi noti nei prossimi giorni, mentre la bozza del programma elettorale sarà pubblicata il 5 settembre, dando spazio agli emendamenti. Il programma definitivo sarà definito al congresso congiunto che si terrà il 14 ottobre ad Ahoy, a Rotterdam.
Timmermans, 62 anni, è alla guida del Green Deal europeo dal 2019, ma ha una esperienza decennale nella politica europea e in quella nazionale. Prima di far parte dell’attuale Commissione a guida Ursula von der Leyen, dal 2014 al 2019 è stato vicepresidente della Commissione a guida Jean-Claude Juncker responsabile per le Relazioni interistituzionali, Stato di diritto, Carta dei diritti fondamentali. E prima ancora di approdare a Bruxelles, è stato due volte ministro degli Affari Esteri in due governi (dal 2007 al 2010, poi dal 2012 al 2014). La coalizione tra sinistra e verdi è nata a luglio scorso in risposta all’ascesa della destra e per diventare una alternativa all’attuale coalizione di governo del premier Mark Rutte, in carica dal 10 gennaio dello scorso anno, crollata lo scorso 10 luglio per le tensioni ormai inconciliabili tra i quattro partiti che sostenevano il governo Rutte IV (Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia, Democraten 66, Appello Cristiano Democratico e Unione Cristiana) sotto la pressione della gestione delle persone migranti in arrivo nei Paesi Bassi.
Het is officieel! Duizenden leden stemden voor Frans Timmermans als de lijsttrekker van GroenLinks-PvdA voor de aankomende Tweede Kamerverkiezingen. #GroenLinksPvda #Timmermans 1/2 pic.twitter.com/lf5roRYv6t
— GroenLinks (@groenlinks) August 22, 2023
“Siamo convinti che Frans Timmermans sia il candidato giusto per guidare i Paesi Bassi in una direzione diversa. È un leader in grado di colmare differenze nette, porta con sé un patrimonio di esperienza e si è guadagnato gli stimoli sia nella politica interna che in quella estera. Ciò lo rende ideale come figura di spicco della cooperazione di sinistra. Per un futuro verde e sociale per tutti”, commentano i membri della coalizione sul sito.
L’iter per il successore di Timmermans
Se la delega al Green Deal rimarrà nelle mani del commissario slovacco, i Paesi Bassi dovranno indicare quanto prima a Bruxelles un nuovo nome per prendere il posto di Timmermans al portafoglio per la politica di azione per il clima. Von der Leyen fa sapere di aver informato la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, e la presidenza del Consiglio spagnola in merito agli accordi presi in seguito alle dimissioni di Timmermans. E ha indirizzato una lettera formale al primo ministro dei Paesi Bassi con la richiesta di suggerire i nomi di un candidato donna e di un candidato uomo per un nuovo commissario di nazionalità olandese.