Bruxelles – Nessuna evacuazione, almeno per ora. L’Unione europea con il suo personale resta in Niger, dove venerdì scorso il capo della Guardia presidenziale Abdourahmane Tchiani si è autoproclamato nuovo leader del Paese dopo un colpo di stato durato 48 ore con il quale è stato deposto il presidente in carica dal 2021 e democraticamente eletto, Mohamed Bazoum. “L’Unione europea ha deciso di offrire al personale Ue a Niamey”, la capitale nigeriana, “la possibilità di lasciare la città volontariamente, ma finora non abbiamo preso alcuna decisione formale di evacuare il nostro personale lì”, ha confermato oggi (primo agosto) Nabila Massrali, portavoce della Commissione europea, rispondendo a una domanda sulla situazione nel Paese dopo il colpo di stato.
L’Unione europea, dunque, “resterà presente nel Paese” insieme al suo staff. Almeno per ora. Tra le altre cose, in loco è presente, anche se sospesa, la missione di partenariato militare (Eupmm) lanciata lo scorso febbraio per sostenere la capacità delle forze armate nigeriane di contenere la “minaccia terroristica, proteggere la popolazione del Paese e garantire un ambiente sicuro e protetto nel rispetto dei diritti umani diritto e diritto internazionale umanitario”, precisa una nota del Consiglio. Bruxelles monitora “molto seriamente” la crisi politica interna, ma per ora sceglie di non lasciare il Paese con urgenza, sostenendo però gli Stati membri, come l’Italia e la Francia, che stanno organizzando voli e missioni per rimpatriare i connazionali in Niger. La portavoce ha ricordato ancora che “la sicurezza dei cittadini dell’Ue in Niger è la nostra massima priorità. Stiamo contribuendo a questo obiettivo sostenendo gli Stati membri dell’Ue e stiamo monitorando la situazione minuto per minuto”, ha assicurato.
L’UE soutient toutes les mesures adoptées par la @ecowas_cedeao en réaction au coup d’Etat au #Niger et les appuiera rapidement et résolument.
Il est important que la volonté du peuple nigérien, telle qu’exprimée par les suffrages, soit respectée.https://t.co/4MGecrv4T2
— Josep Borrell Fontelles (@JosepBorrellF) July 31, 2023
Quanto alle misure, economiche e militari, annunciate dalla Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Cedeao) per rispondere al colpo di stato, Bruxelles precisa di non aver ricevuto ancora alcuna richiesta specifica per un possibile sostegno militare. “La determinazione della Cedeao a invertire nel recente colpo di Stato in Niger è senza precedenti. Abbiamo chiaramente affermato il nostro sostegno a tutte le misure adottate dalla Cedeao al vertice del 31 luglio in risposta al colpo di Stato”, ha detto. “Finora, però, non abbiamo ricevuto alcuna richiesta da parte della Cedeao e, se la ricevessimo, la esamineremmo per definire il modo migliore per rispettare gli impegni politici assunti”. Bruxelles continua ad essere in contatto con il deposto presidente Bazoum che “è per adesso in buona salute”. La portavoce ha assicurato che ci sono stati molti contatti con il presidente Bazoum finora. Il presidente il Consiglio europeo Charles Michel ci parla regolarmente e l’Alto rappresentante (Josep) Borrell gli ha parlato diverse volte”.
La Commissione europea ridimensiona inoltre le preoccupazioni su possibili rischi di approvvigionamento di uranio dal Paese, che insieme a Kazakistan e Russia è tra i principali fornitori di uranio all’Unione europea. “Non c’è alcun rischio di approvvigionamento” di uranio proveniente dal Niger “in quanto le imprese hanno sufficienti scorte di uranio naturale per mitigare qualsiasi rischio di approvvigionamento a breve termine e per il medio e lungo termine ci sono abbastanza depositi sul mercato mondiale per coprire il fabbisogno dell’Ue”, ha assicurato la portavoce della Commissione europea, ricordando che il Niger è un importante fornitore di uranio per gli Stati membri “nella sua forma naturale”, ovvero prima di aver subito processi di arricchimento, che servono per rendere l’uranio “utilizzabile come combustibile naturale”. Il processo di arricchimento, ha aggiunto il portavoce, viene effettuato in vari Paesi dell’Ue, tra cui Francia e Spagna.