Bruxelles – Miao! Tra le lingue ufficiali dell’Unione europea ce n’è un’altra, molto diffusa e ascoltabile ogni giorno. Perché l’Ue degli animali di compagnia è a trazione felina. Cani, criceti e pappagalli non mancano nelle case degli europei, ma sono i gatti la prima scelta per arricchire la vita di tutti i giorni. Sì, gli europei sono ‘gattari’. Nel territorio a dodici stelle alla fine del 2022 si contano 77,9 milioni di gatti e circa 66,9 milioni di cani. A realizzare il particolare censimento è Fediaf, la federazione europea dei produttori di cibo per animali domestici, di cui è membra anche l’italiana Assalco.
‘Cane o gatto?’ Quando si tratta di rispondere a una delle più classiche domande i cittadini comunitari non sembrano avere dubbi, anche se, mettendo a confronto i dati del rapporto annuale 2023 con quelli del rapporto dell’anno precedente, sembra esserci un cambio di rotta. Tra il 2021 e il 2022 la popolazione felina tra le mura domestiche è diminuita di sei milioni di esemplari (da 83,6 milioni a 77,9 circa), mentre quella canina registra una aumento di portata quasi analoga (+5,8 milioni, da 66,9 milioni a 72,7 milioni).
I cani sembrano dunque insidiare i gatti, che però restano saldamente al comando nella case degli europei tutti. Perché a livello continentale, tra Paesi Ue e Paesi non-Ue, nel Vecchio continente la popolazione di mici e micetti passa da 113 milioni a 127 milioni di esemplari (+14 milioni), un aumento più marcato di quelli di cani (+12 milioni, 92 milioni a 104 milioni di esemplari).
In questo quadro l’Italia non fa eccezione. Il Paese si mostra diviso, in fatto di scelta di animali domestici e amici a quattro zampe, ma alla fine anche gli italiani si scoprono più ‘gattari. Da nord a sud dello Stivale ci sono 10.228.000 di gatti domestici, contro gli 8.755.000 di cani. Il dato tricolore resta pressoché invariato. Tra il 2021 e il 2022 aumenta di poco sia la popolazione felina (+178mila esemplari) sia quella canina (+55mila), anche se il numero di nuovi ‘micio è più del doppio di quelli di nuovi ‘fido’.
Nell’Ue avere un animale è sempre più una consuetudine, tanto che l’averne uno in casa riguarda è uso e costume per il 46% della famiglie dell’Unione europea. Se quelle italiane sono terze, nell’Ue, per possesso di gatti e cani, e prime per presenza di uccelli, risultano seconde per acquari e loro abitanti: 1,5 milioni tra pesci rossi, pesci pagliaccio e simili, più di Francia (1,2 milioni) ma meno della Germania (2,3 milioni).
Tutto questo però ha un costo, e i numeri su produzione e vendite di cibi e mangimi suggeriscono come il generale rincaro dei prezzi non abbia risparmiato neppure i listini per nutrire e accudire gli amici animali, siano pelosi, pennuti o pinnati. A seguito di questo aumento della popolazione animale domestica la produzione di alimenti specifici e dedicati registra un aumento di 0,3 milioni di tonnellate (da 10,2 a 10,5 milioni di tonnellate), per un incremento nel valore commerciale delle vendite di 1,4 miliardi di euro (da 27,7 miliardi a 29,1 miliardi). I dati potrebbero indicare un effetto inflazione anche su crocchette e affini. Ma i nostri micetti e cagnolini non hanno prezzo.