Bruxelles – Le restrizioni all’import di grano ucraino e il ricatto dell’Est Europa domani (25 luglio) di nuovo sul tavolo dei ventisette ministri europei dell’agricoltura che domani si riuniranno a Bruxelles nell’ultimo Consiglio Agricoltura e Pesca (Agrifish) prima della pausa estiva. Formalmente la discussione verterà sulla situazione dei mercati agricoli come conseguenza della guerra di Russia in Ucraina, informalmente l’elefante nella stanza sarà la richiesta annunciata dai cinque Stati membri dell’Est di estendere fino alla fine dell’anno le misure restrittive in vigore sull’import agroalimentare da Kiev.
La Polonia, a nome di Bulgaria, Ungheria, Romania e Slovacchia, informerà domani gli omologhi “dell’impatto delle importazioni ucraine sui loro mercati agricoli a seguito dell’aggressione russa all’Ucraina”, come si legge nell’ordine del giorno del Consiglio Ue. Il punto è così fissato tra le ‘varie ed eventuali’ della riunione di domani, e, anche se informalmente, il tema che dominerà le discussioni è la proroga delle misure di restrizione all’import agroalimentare da Kiev. Al momento, grano, mais, colza e semi di girasole originari dell’Ucraina possono essere importati in qualsiasi paese dell’Ue e continuano ad essere immessi in tutti gli Stati membri dell’Unione europea fatta eccezione per questi cinque Stati membri in prima linea. I prodotti possono continuare a circolare o transitare attraverso questi cinque Stati membri mediante una procedura di transito doganale comune o recarsi in un paese o territorio al di fuori dell’Ue
Il blocco dei cinque Paesi dell’Est Europa la scorsa settimana ha siglato una dichiarazione congiunta per chiedere alla Commissione europea una proroga oltre il 15 settembre delle restrizioni su alcuni prodotti agroalimentari importati da Kiev, introdotte dall’Ue per andare incontro alle loro richieste. La richiesta non è ancora formalmente arrivata sul tavolo della Commissione europea, come conferma a Eunews un portavoce dell’Esecutivo comunitario, che precisa ancora che “i nostri sforzi continuano a concentrarsi sul sostegno per portare i prodotti agroalimentari ucraini sui mercati mondiali”. Il portavoce assicura inoltre che la Commissione Ue “sta lavorando molto intensamente con i cinque Stati membri in prima linea, l’Ucraina e la Moldavia, per risolvere i problemi logistici e aumentare la capacità delle corsie di solidarietà”, in particolare attraverso “piattaforma di coordinamento sotto la guida del vicepresidente esecutivo Valdis Dombrovskis”.
Queste misure temporanee e mirate sono state adottate nei mesi scorsi perché i Paesi in questione hanno denunciato strozzature logistiche nel gestire l’eccesso di grano e altri beni agroalimentari dall’Ucraina e hanno minacciato di introdurre misure unilaterali per bloccare l’import. Dopo una prima estensione, le misure sono in vigore fino al 15 settembre, mentre i Paesi in questione ne chiedono l’estensione almeno fino al 31 dicembre. Proprio oggi, in un tweet, il ministro polacco per l’agricoltura, Robert Telus, ha fatto sapere di aver avuto una videoconferenza con Dombrovskis presentando “la posizione polacca sulla situazione attuale del mercato dei cereali e le recenti attività della Polonia e della coalizione informale dei cinque paesi”.
https://twitter.com/MRiRW_GOV_PL/status/1683398939330977794?s=20
Oltre al blocco delle importazioni, Bruxelles ha finora varato anche due pacchetti di sostegno finanziario del valore di oltre 150 milioni di euro dalla riserva agricola per il 2023 che sarà destinato agli agricoltori che producono cereali e semi oleosi in questi cinque Stati membri ‘in prima linea’ con l’Ucraina. Con l’inizio della guerra di Russia in Ucraina e le difficoltà a esportare i prodotti agricoli dalle zone interessate dai bombardamenti, Bruxelles ha deciso di sospendere i dazi doganali su tutti i prodotti agricoli importati dall’Ucraina e ha promosso l’iniziativa delle Nazioni Unite per sbloccare l’export sul Mar Nero, dopo che Mosca ha bloccato alcuni dei principali porti (e snodi commerciali) mettendo a rischio la sicurezza alimentare globale. Nei mesi scorsi grandi quantità di grano ucraino e altri cereali sono finite nei Paesi confinanti dell’Europa centrale, a volte rimanendo bloccate lì a causa di colli di bottiglia logistici. L’accumulo di grano e cereali nei silos ha avuto per mesi ripercussioni sulle vendite per gli agricoltori locali, con una svalutazione del prezzo dei beni agricoli, portando a proteste nei Paesi confinanti.
Non sarà l’unico tema all’ordine del giorno. Tra le altre cose, la presidenza spagnola – alla guida dell’Ue dal primo luglio – presenterà ai ministri le priorità e il programma di lavoro per l’agricoltura e la pesca di questo semestre e i ministri discuteranno della situazione del mercato alla luce dell’invasione russa dell’Ucraina. Procederanno inoltre a uno scambio di opinioni sullo studio della Commissione che integra la valutazione d’impatto della proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei pesticidi e sulla recente proposta sulle nuove tecniche genomiche, avanzata lo scorso 5 luglio nel quadro di un più ampio pacchetto sulla biodiversità e l’agroalimentare. A detta del ministro, un altro punto sarà sollevato dalla Romania sulla condizione degli agricoltori. Per conto dell’Italia sarà presente il sottosegretario di stato al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Luigi D’Eramo.