Bruxelles – Cinque miliardi all’anno, per quattro anni per garantire un sostegno continuo alla difesa dell’Ucraina. Non si tratterà di un nuovo fondo da parte dell’Ue, ma di una specifica sezione dell’attuale strumento europeo per la pace (European Peace Facility), lo strumento finanziario fuori dal bilancio comunitario isitituito nel 2021 per migliorare la capacità dell’Ue di prevenire i conflitti e di finanziare azioni operative che hanno implicazioni militari o di difesa nell’ambito della politica estera e di sicurezza comune.
Dopo le indiscrezioni degli ultimi giorni, l’alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, ha messo oggi (20 luglio) la proposta di nuovi finanziamenti a Kiev sul tavolo dei ventisette ministri degli Esteri, riuniti a Bruxelles nell’ultimo Consiglio dell’Ue prima dell’estate. Si tratterà “sempre dello stesso strumento, l’European Peace Facility, che ha funzionato molto bene e continueremo a usarlo ma con un capitolo dedicato al suo interno, con un finanziamento specifico che può essere stimato sulle cifre che ho citato”, ha spiegato il capo della diplomazia europea in una breve conferenza stampa dopo la riunione.
Venti miliardi di risorse extra da mobilitare fino al 2027. “Questa è la valutazione dei bisogni e delle necessità per garantire il sostegno dell’Ucraina”, ha aggiunto. A detta dell’alto rappresentante Ue i ministri dei Ventisette hanno avuto un primo scambio di idee sulla proposta, ma ne discuteranno in maniera approfondita a fine agosto, alla riunione informale dei ministri degli affari esteri nel tradizionale formato Gymnich che si terrà il 30 e 31 agosto. La proposta di Borrell fa parte di un più ampio sforzo per porre il sostegno europeo a Kiev su una base a più lungo termine, dopo più di un anno di tentativi per rispondere ai bisogni immediati dell’Ucraina a seguito dell’invasione della Russia.
Solo di recente i due colegislatori dell’Ue, Parlamento e Consiglio, hanno trovato un accordo politico sull’Asap, il piano Ue per aumentare la consegna di munizioni e missili all’Ucraina e imprimere un cambio di passo sulla capacità di produzione bellica nei 27 Stati membri. Acronimo di ‘Act in support of ammunition production’ e di ‘As soon as possible’, il regolamento presentato dalla Commissione Ue lo scorso 3 maggio è stato in effetti finalizzato in tempo di record. Il piano prevede di mobilitare in via d’urgenza cinquecento milioni di euro dal bilancio comunitario fino a giugno 2025 per aumentare la capacità dell’industria europea di produrre munizioni, con l’obiettivo di produrre almeno un milione di pezzi all’anno, tra munizioni terra-terra, artiglieria e missili.
Ultimo di tre pilastri di un più ampio e complesso ‘Piano per la difesa’ proposto ai Ventisette dal commissario al Mercato interno, Thierry Breton, e dall’alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, per rispondere all’emergenza della fornitura di munizioni all’Ucraina, ma anche per costruire una visione di lungo termine per la difesa europea. Oltre all’Asap, il Piano per la difesa comprende un miliardo di euro mobilitato attraverso lo strumento europeo per la pace (strumento fuori bilancio comunitario) per la consegna immediata di munizioni a Kiev attraverso le scorte degli Stati membri e un altro miliardo di euro per gli acquisti congiunti di armi.