Bruxelles – Un nuovo edificio, di troppo, per una sede istituzionale considerata già di troppo da molti, addetti ai lavori inclusi. Il Parlamento europeo e il suo ‘spazio’ di Strasburgo che intende allargarsi ripropone una volta di più la storia infinita dell’attività divisa tra Belgio e Francia, e che nell’ultimo decennio ha visto anche tentativi, poi andati a vuoto, di eliminare ciò che viene visto come inutile spreco. Sarà per l’impossibilità ‘de facto’ di non riuscere a superare la doppia sede che si decide di ampliarla, prendendo in affitto un nuovo edificio, di fresca costruzione.
Si chiama Osmose, ed è un immobile realizzato proprio di fronte al palazzo che ospita le sessione plenarie del Parlamento europeo. I principali gruppi parlamentari (Ppe, Renew, Ecr) vorrebbero fare di questo stabile al momento sfitto e inoccupato un nuovo luogo per uffici e incontri, inclusi i triloghi. Il loro ‘blitz’ sembra essere riuscito, visto che la commissione Bilanci del Parlamento ha dato il via libera all’acquisizione dell’edificio. Un voto che non necessita passaggio in Aula, e che fa infuriare i socialdemocratici (S&D). L’operazione viene considerata “inutile”, oltre che “costosa”, spiega Nils Ušakovs, negoziatore socialista.
Proposta di contratto alla mano, al Parlamento Ue si propone di ottenere il palazzo Osmose un leasing di 99 anni, per un costo stimato di 1.919.ooo euro l’anno (700mila solo di affitto) che alla fine dei 99 anni vorrebbe dire quasi 190 milioni (189.981.00o euro) solo di affitto, pulizia e sicurezza. A cui andrebbero aggiunti i costi per arredamento e tutto ciò che serve per rendere funzionante lo spazio (bollette e mobili). “Prima che il Parlamento europeo occupi l’edificio Osmose, l’Ue dovrà spendere almeno altri 10,3 milioni di euro per arredamento e attrezzature informatiche”, critica ancora Ušakovs. “Questa somma non comprende il costo di costruzione per collegare l’edificio Osmose ai locali già esistenti del Parlamento”. Insomma, “non è l’affare da sogno che ci promettono il Ppe, Renew Europe ed Ecr“.
Anche perché sullo sfondo c’è la questione ‘sprechi’. Se la direzione generale Infrastrutture e logistica del Parlamento ritiene che a Strasburgo servano 12.200 m2 in più per un funzionamento ottimale dell’istituzione, si intende prendere in leasing una superficie complessiva di 15mila metri quadrati, col rischio che i 3mila metri quadrati in più restino inutilizzati.
I socialisti, sconfitti nel voto di commissione, ora si appellano ai servizi giuridici del Parlamento europeo. Confidano che condizioni di affitto e gestione siano tali da bloccare l’operazione. Perché tutto questo sarebbe frutto dell’iniziativa delle autorità francesi, che però non sono proprietarie dell’immobile, in mano a privati.
Dal Parlamento europeo, dunque, un nuovo capitolo sulla storia infinita della ‘doppia sede’. A detta dei socialdemocratici, non uno dei migliori. “In tempi in cui i cittadini europei fanno fatica a pagare le bollette la commissione per i bilanci ha preso una decisione sbagliata su questa questione estremamente controversa”, critica ancora Ušakovs. L’ultima parola al servizio giuridico.