Bruxelles – Alla fine l’ha avuta vinta l’Eliseo. Con un tweet, questa mattina (19 luglio) la commissaria Ue per la Concorrenza, Margrethe Vestager, ha annunciato che l’economista americana Fiona Scott Morton ha preferito declinare l’offerta di incarco come capo-economista della direzione generale Concorrenza dell’Esecutivo comunitario.
“Sono onorata di essere stata selezionata- ha scritto la professoressa di Yale a Vestager-, tuttavia, data la controversia politica sollevata dalla selezione di un non europeo per ricoprire questa posizione, e l’importanza che questa Direzione generale abbia il pieno sostegno dell’Unione europea nell’applicare le regole, sono giunta alla conclusione che la miglior cosa da fare per me sia ritirarmi”. La commissaria “ha accettato con dispiacere” la decisione di quella che considera una delle migliori economiste al mondo quando si parla di antitrust e big tech.
Si chiude così una polemica montata per una settimana, a seguito della sua nomina da parte del Collegio dei commissari lo scorso 11 luglio. Prima la richiesta alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, inoltrata da tre ministri francesi – quella degli Esteri, Catherine Colonna, quello del Digitale, Jean-Noël Barrot, e quella degli Affari europei, Laurence Boone – di riconsiderare la scelta in nome della sovranità europea. Poi il confronto, ieri pomeriggio, tra Vestager e i deputati della Commissione Affari economici dell’Eurocamera, accusati dalla commissaria danese di fare della vicenda solo una questione di passaporto. Le preoccupazioni dei deputati si concentravano su potenziali conflitti di interessi, perché Scott Morton in passato ha svolto consulenze per Apple e Amazon, e sull’eventuale presenza di candidati europei con qualifiche adeguate per l’incarico. Alle questioni sollevate Vestager ha risposto che “il collegio dei commissari aveva aperto il posto a candidati di tutte le nazionalità” e che “l’esperienza in aziende private dovrebbe essere un vantaggio e non un ostacolo”.
Ma è stato il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, a sferrare l’affondo finale, commentando la vicenda a margine del summit con la Comunità dei Paesi dell’America Latina e dei Caraibi. “Cosa significa questo per la ricerca accademica europea?”, ha attaccato Macron, esprimendo forte preoccupazione per l’assenza di “grandi ricercatori europei che abbiano le competenze accademiche per svolgere questo lavoro”. Il titolare dell’Eliseo ha poi dichiarato che sarebbe stato “aperto a questa configurazione se gli americani o i cinesi assumessero un ricercatore europeo“, ma si dà il caso “che la legge impedisce loro di farlo”. Un problema di reciprocità quindi, oltre che di conflitti d’interesse a causa degli incarichi passati di Scott Morton.
Nonostante von der Leyen fino ad ora non avesse dato segni di voler cedere alle pressioni francesi – e di alcuni commissari-, alla fine è stata la stessa economista statunitense a fare un passo indietro. L’incarico di capo-economista della Dg Concorrenza resta vacante. Un incarico cruciale per l’attuazione del Digital Service Act (Dsa) e del Digital Markets Act (Dma), i nuovi regolamenti europei chiamati a imbrigliare le grandi piattaforme digitali che troppo spesso eludono la legislazione comunitaria.
Professor Fiona Scott Morton has informed me of her decision to not take up the post as Chief Competition Economist. I accept this with regret and hope that she will continue to use her extraordinary skill-set to push for strong competition enforcement https://t.co/8WSmWYc4LV pic.twitter.com/W3Zb34in7N
— Margrethe Vestager (@vestager) July 19, 2023