Bruxelles – Riconoscere il valore sociale delle donazioni e dei donatori. Che si tratti di sangue, plasma, emo-derivati, i cittadini europei che scelgono la via della solidarietà andrebbero ‘ricompensati’. In che modo spetta ai Paesi membri dell’Ue deciderlo, visto che salute e sanità restano materie di competenza esclusiva degli Stati. Ma il Parlamento europeo cerca quantomeno di fissare un principio generale valido per tutti. La commissione Ambiente, a larga maggioranza (59 sì, 4 no, 4 astensioni), ha approvato la propria posizione sulla proposta di modifica delle regole Ue che intende valorizzare persone e rafforzare l’Unione della salute.
Da una parte si sostiene la necessità di ‘premiare’ uomini e donne attenti alle questioni sociali. Non si chiedono ricompense in denaro, ma misure quali un permesso di lavoro che permetta di assentarsi senza perdere la remunerazione o anche “agevolazioni fiscali”. Una misura, quest’ultima, per i lavoratori autonomi e e le tante partite Iva che si trovano nell’Ue, soprattutto in Italia. Tra le proposte anche la possibilità di riconoscere un rimborso per le spese sostenute per recarsi al centro trasfusionale.
Allo stesso tempo si chiede agli Stati membri di collaborare e comunicare tra loro, per offrire informazioni utili a donatore e paziente. Un cittadino italiano che voglia continuare con la sua attività di donatore in Belgio, ad esempio, dovrebbe essere messo in condizione di sapere quali sono le regole locali. O, ancora, un ospedale svedese con determinate necessità insoddisfatte per determinati pazienti, dovrebbe avere maggiore facilità di richiedere ciò che serve per le cure del caso.
Perché oltre a chiedere ai governi di tutelare i donatori, i deputati chiedono alla Commissione europea di creare un elenco Ue di sostanze critiche di origine umana (sangue, plasma, piastrine…), accompagnato da una tabella di marcia con obiettivi ambiziosi per garantirne la disponibilità.
Una necessità non più rinviabile, quella avvertita in Parlamento europeo. Ogni anno i pazienti dell’Ue beneficiano di oltre 25 milioni di trasfusioni di sangue, un milione di cicli di riproduzione medicalmente assistita, oltre 35 mila trapianti di cellule staminali (principalmente per tumori del sangue) e centinaia di migliaia di tessuti sostitutivi (per intervenire ad esempio contro problemi agli occhi). Per rispondere a tutto questo l’Europa attualmente importa una parte del suo fabbisogno di sostanze critiche di origine umana. compreso il 40 per cento del suo plasma.
“Il compromesso che abbiamo raggiunto impegna il nostro continente a garantire la sua fornitura a lungo termine”, sostiene Nathalie Colin-Oesterlé (Ppe), relatrice del testo. “Questa legge è fondamentale per la sicurezza dei donatori, il benessere dei pazienti, la sicurezza dell’approvvigionamento e lo sviluppo di tecniche mediche innovative in Europa”.
Ora la parola passa all’Aula. Il voto dell’Emiciclo è previsto per la plenaria di settembre (11-14), e poi il Parlamento Ue sarà pronto per negoziare con il Consiglio.