Ferreira: “Coesione non è solo ricchezza, è migliore qualità di vita a lungo periodo”

Bruxelles – “La politica di coesione non mira solo a generare un prodotto interno lordo più elevato. Si tratta anche di migliorare la qualità della vita“. Inoltre, “la maggior parte degli investimenti strutturali finanziati dalla politica di coesione produce un impatto a lungo termine“. Puntualizzazioni e non solo. Elisa Ferreira, che per la Coesione è commissaria europea responsabili nell’attuale esecutivo comunitario, spiega le politiche Ue a sostegno delle regioni ricordando obiettivi e finalità, diverse per natura e molteplicità di necessità, tutte diverse, delle differenti realtà locali.

Risponde a un’interrogazione parlamentare trasversale, firmata da esponenti socialisti, popolari, liberali, verdi e anche non iscritti. Trenta parlamentari europei, nel riconoscere che, sì, la politica di coesione dell’Unione “ha un impatto nel complesso positivo sulla crescita economica media delle singole regioni”, ne denunciano i limiti. “Tale politica sembra avvantaggiare principalmente i nuclei familiari composti da persone altamente qualificate e le famiglie più ricche”, si contesta nell’interrogazione, critica perché la politica di coesione “non raggiunge i lavoratori scarsamente qualificati o le famiglie in situazioni di povertà e di esclusione sociale, il che aggrava le disuguaglianze all’interno delle regioni dell’Ue“.

Obiezioni a cui la commissaria per la Coesione non si sottrae. L’obiettivo diretto delle politiche di coesione, sottolinea, non è portare ricchezza nelle tasche dei cittadini. Non solo, almeno. “Si tratta anche di migliorare la qualità della vita“. Il che vuole dire “collegare le case ai sistemi fognari, migliorare la qualità dell’aria nelle città inquinate”. In quest’ottica, continua Ferreira, “combattere le sacche di povertà avvantaggia le famiglie povere anche se non aumenta direttamente il loro reddito”.

La situazione, per le fasce di popolazione più svantaggiate e meno abbienti, non si misura solo per ‘portafogli più gonfi’, continua ancora Ferreira. Attraverso le politiche di coesione “il più elevato livello di sviluppo apportato dalla politica influisce positivamente sulle famiglie più povere grazie a sistemi educativi e sanitari migliorati, posti di lavoro migliori o istituzioni migliori”. Attraverso queste azioni “l‘impatto è maggiore per coloro che hanno un reddito inferiore soprattutto perché spesso non sono in grado di pagare questi servizi pubblici se finanziati privatamente”.

Ad ogni modo questo non significa che si possa fare di più o che non si possa migliorare rispetto a quanto fatto finora. Ferreira ricorda che c’è un ragionamento in corso. Per politica post-2027, un gruppo ad alto livello sul futuro della coesione, istituito su iniziativa del Commissario per la coesione e le riforme, sta riflettendo sugli orientamenti strategici della politica. Il rapporto del gruppo sarà pubblicato nel febbraio 2024. In questo esercizio, ritenuto doveroso e fondamentale per apportare miglioramenti concreti a livello locale, da Ferreira arriva l’invito per gli Stati membri, intesi come governi centrali e amministrazioni locali, ad “avviare una propria riflessione interna sul futuro della politica di coesione”.

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