La Francia sta lavorando alle riforme,ma da sola non ce la farà, ha bisogno di sostegno. Lo ha detto il presidente François Hollande in un’intervista al quotidiano Le Monde.
“Stiamo mettendo in atto le riforme annunciate, ma il ritmo degli sforzi compiuti per ridurre il deficit dipende anche la crescita. Non chiediamo alcun trattamento favorevole dalla Germania, ma stiamo chiedendo che faccia di più per stimolare la crescita”. Hollande torna sull’annoso tema del surplus commerciale “che, combinato con la sua situazione finanziaria permettono a Berlino di investire di più,e questa srebbe la cosa migliore che potrebbe fare per la Francia e l’Europa”.
Hollande chiede la stessa cosa alla Banca centrale europea, ribadendo che c’è un “rischio reale di deflazione in Europa”, e che l’inflazione in Francia non è mai stata così bassa come ora. “Un’inflazione debole ha anche conseguenze fiscali negative sui ricavi e sul debito. Molto dipenderà dal livello dell’euro, che ha ceduto qualcosa negli ultimi giorni, ma non abbastanza”, ha detto Hollande,secondo il quale “la BCE deve adottare tutte le misure necessarie per iniettare liquidità nell’economia”.
L’intervista, nota EuObserver, è stata interpretata in media francesi come ulteriore preparazione del terreno per avvertire i partner che Parigi rischia di avere di nuovo un deficit di bilancio superiore al 3 per cento del PIL. La Francia ha già avuto dall’Ue due anni di grazia on un rinvio al 2015 per soddisfare i parametri dell’Unione, ma i suoi sforzi sono stati ostacolati dal modesto andamento economico del paese.
Dunque una Francia indebitata da un lato combatte con un Germania piena di soldi che investe ancora poco (anche se sembra rendersi conto che qualcosa su quel fronte va fatto) e insiste sulla necessità del rispetto dei vincoli di bilancio prima di tutto. Questa differenza di ottica esplode quando si discute quale debba essere il portafoglio del prossimo commissario Ue francese Pierre Moscovici. Parigi ne vuole uno “economico di peso”, come ha detto Hollande. ma la Germania fa sapere di avere serie resistenze a concedere alla Francia i dossier degli Affari economici e monetari, che darebbero Moscovici poteri discrezionali su come vengono applicate le regole nella zona euro. Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble dice che quel portafoglio “ha un valore simbolico” e dunque va dato a qualcuno che riga dritto. Moscovici risponde che lui stesso ha dato inizio “alle riforme fondamentali” chieste alla Francia.
Questo delle nomine è il tema dell’estate a Bruxelles, e si spera possa essere svolto nei primi giorni di settembre, dopo che il vertice dei Capi di Stato e di governo del 30 agosto avrà, sperabilmente, nominato il nuovo presidente del Consiglio Ue e l’Alto rappresentante per la politica estera.