Bruxelles – Più decisioni a maggioranza (non all’unanimità) in un processo decisionale nell’Unione europea più rapido e con meno intoppi, con maggiore ricorso alle clausole passerella. A chiederlo e a riaprire un dibattito mai davvero aperto ma anche mai sopito è oggi (11 luglio) la plenaria del Parlamento europeo riunita a Strasburgo in una risoluzione a prima firma dell’eurodeputato dei Socialisti&Democratici, Giuliano Pisapia, approvata con 347 voti favorevoli, 241 contrari e 46 astensioni che chiede in sostanza un maggiore ricorso al voto a maggioranza e l’attivazione graduale delle clausole passerella dei Trattati Ue, ovvero il meccanismo attraverso il quale i Paesi membri possono prendere decisioni a maggioranza qualificata invece che all’unanimità in specifiche aree politiche in cui il veto è ancora concesso, come la politica estera o le sanzioni.
Un’opzione tanto chiacchierata perché consentirebbe di rimanere nel perimetro dei trattati attuali, pur rimanendo aperti alla modifica in futuro. I deputati evidenziano il “potenziale inutilizzato” dei documenti istitutivi dell’Ue, ma chiedono una revisione dei Trattati in modo che l’attivazione della clausola passerella non richieda l’unanimità e la necessità di un’attivazione graduale in tutte le aree applicabili. L’Aula di Strasburgo ha però respinto la richiesta di utilizzare la maggioranza qualificata per le norme fiscali e il bilancio a lungo termine dell’Ue, su cui è richiesta ancora l’unanimità.
L’opzione passerella è una procedura introdotta dal Trattato di Lisbona che consente al Consiglio europeo, dunque ai leader, di adottare una decisione per cui gli Stati membri possano votare a maggioranza qualificata evitando la regola dell’unanimità in alcune circostanze. Il circolo vizioso è dato dal fatto che il Consiglio europeo approva le sue conclusioni “per consenso” di tutti i suoi Stati membri e questo significa, per paradosso, che per introdurre una clausola passerella e sbloccare l’impasse sull’unanimità serva proprio l’unanimità. Per questo la risoluzione a firma Pisapia ribadisce “che l’attivazione delle clausole passerella dovrebbe essere possibile attraverso il voto a maggioranza qualificata e chiede che i trattati siano modificati per consentirlo”. Così sarebbe più facile ricorrere a un’opzione tanto chiacchierata quanto inutilizzata ad oggi.
Il tema del superamento del voto all’unanimità è tornato ancora attuale con la costituzione in seno al Consiglio Ue di un blocco di Paesi – il cosiddetto ‘Gruppo di amici del voto a maggioranza qualificata’ -, un’iniziativa promossa dalla Germania nei mesi scorsi con altre otto Capitali europee: Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Slovenia e Spagna, il cui obiettivo è di “migliorare l’efficacia e la rapidità del nostro processo decisionale in politica estera. Sullo sfondo della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina e delle crescenti sfide internazionali che l’Ue sta affrontando, i membri del gruppo sono convinti che la politica estera dell’Ue necessiti di processi e procedure adeguati al fine di rafforzare l’Ue come attore di politica estera.
Se l’Europarlamento vira sulle passerelle come ‘opzione ponte’ in attesa di una revisione dei Trattati dell’Unione europea, il blocco dei nove Paesi spinge più che altro di fare maggiore ricorso alle ‘astensioni costruttive’ in seno al Consiglio, come già previsto dall’articolo 31 del trattato sull’Unione europea e come già sperimentato in passato. Semplicemente, l’astensione costruttiva è insieme alla passerella un’altra opzione facile per aggirare il voto all’unanimità e si intende quando uno Stato membro si astiene invece che porre il veto e la decisione è adottata senza la sua approvazione formale. Anche se con soluzioni e proposte diverse, entrambi i colegislatori portano avanti il lavoro per riformare il sistema decisionale che in una Unione che cambia e punta ad allargarsi sempre di più è rimasto invece intoccato. E, a detta di molti, inadeguato.