Bruxelles – Virare verso ‘un’Europa degli investimenti’, garantire un nuovo contratto sociale europeo e rafforzare la democrazia europea. Queste alcune delle dieci aree di intervento su cui dovrà concentrarsi l’azione strategica della Commissione europea nei prossimi mesi secondo la Relazione annuale di previsione strategica 2023, il documento annuale a cui lavora Bruxelles per fare il punto sui risultati ottenuti finora e pianificare i passi futuri pubblicato oggi (6 luglio).
“Stiamo affrontando molte sfide, come l’ascesa della geopolitica, la necessità di garantire la sostenibilità e il benessere degli europei, garantire finanziamenti sufficienti per le nostre ambizioni”, ha sintetizzato in conferenza stampa il vicepresidente della Commissione europea, Maros Sefcovic, spiegando che sulla base dell’analisi delle sfide che l’Ue deve affrontare, il documento di strategia identifica 10 aree di intervento. E tra queste la necessità di virare verso un”Europa degli investimenti” attraverso un’azione pubblica per catalizzare i flussi finanziari per la doppia transizione, verde e digitale.
Investimenti aggiuntivi per oltre 620 miliardi di euro all’anno sono quelli che la Commissione europea stima come necessari per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione del Green Deal e del piano per l’indipendenza dai combustibili fossili russi ‘RepowerEu’. L’Ue è già pronta a spendere 578 miliardi di euro – almeno il 30% del suo bilancio – per “azioni rilevanti per il clima nel periodo 2021-2027”, si legge nel documento. La transizione verso la sostenibilità richiede investimenti senza precedenti. Il suo raggiungimento dipenderà dall’ottenimento di finanziamenti sufficienti sia dal settore pubblico che da quello privato. E la maggior parte di questi investimenti dovrà provenire da quelli privati e anche i bilanci degli Stati membri svolgeranno un ruolo importante. Il documento osserva tra le altre cose che “i costi e le conseguenze della crisi del clima e della biodiversità sono ancora sconosciuti e il crescente impatto degli eventi meteorologici estremi si traduce già in gravi perdite economiche. Ad esempio, la siccità ammonta a circa 9 miliardi di euro all’anno e le inondazioni fluviali a 7,6 miliardi di euro”.
Aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici in settori chiave come le infrastrutture di trasporto, il digitale, l’energia, lo stoccaggio delle risorse, la salute, l’alimentazione, gli edifici o gli impianti di produzione richiederà “risorse significative”, aggiunge il documento. Inoltre, l’aumento della frequenza dei disastri legati al clima potrebbe rendere le assicurazioni inaccessibili per le famiglie e per molte imprese, aumentando ulteriormente la pressione sui bilanci pubblici. pressione sui bilanci pubblici. L’imminente Rapporto europeo di valutazione dei rischi climatici fornirà ulteriori prove sui rischi legati al clima. “Tutto ciò rende anche un forte argomento a favore della prevenzione: ogni euro investito in sistemi di allerta precoce restituisce in media 131 euro di perdite evitate, costi di risposta e benefici aggiuntivi per la società”, si legge nel documento.
La Commissione europea rivede al rialzo anche altri investimenti strategici, ad esempio colmare il divario di investimenti dell’Ue per la transizione digitale costerà almeno 125 miliardi di euro all’anno. Anche il prezzo della nuova geopolitica sarà elevato: ad esempio, nel 2021 la spesa per la difesa degli Stati membri è cresciuta in modo significativo fino a 214 miliardi di euro, con una previsione di spesa aggiuntiva di 75 miliardi di euro fino al 2025 per costruire capacità di difesa adeguate. Infine, la ricostruzione dell’Ucraina richiederà da tutti i partner 384 miliardi di euro nei prossimi 10 anni.