Bruxelles – No ‘cherry picking’. Ovvero non si può operare una scelta in maniera selettiva e arbitraria quando si parla di clima, ambiente e Green Deal. E’ netto il vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, nel dichiarare che il pacchetto di misure legislative adottato oggi su biodiversità e sistemi alimentari è strettamente collegato alla Legge sul ripristino della natura e sull’uso sostenibile dei pesticidi. E’ parte di una visione più ampia di come trasformare il sistema agroalimentare europeo e renderlo sostenibile. E il concetto di fondo è che se si approva uno, è necessario approvare anche l’altro.
“Devo essere chiaro, se vogliamo essere seri nel tentativo di preservare il nostro pianeta per le future generazioni non possiamo scegliere in maniera selettiva (‘cherry picking’, ndr): le proposte che avanziamo oggi sono strettamente legate alla legge sul ripristino della natura e sull’uso sostenibile dei pesticidi”, ha avvertito Timmermans in conferenza stampa, presentando i dettagli del pacchetto biodiversità e sistemi alimentari, che comprende tra le altre proposte anche il quadro normativo sulle nuove tecniche genomiche. Regole semplificate sulle tecniche genomiche in cambio del via libera sul ripristino della natura. Le dichiarazioni di Timmermans confermano quanto emerso tramite indiscrezioni nei giorni scorsi sul ruolo che la normativa sui cosiddetti nuovi Ogm potrebbe giocare nella battaglia politica del Ppe contro Legge sul ripristino della natura e sul taglio ai pesticidi, due pilastri del Green Deal europeo. Il Ppe è particolarmente affezionato alla normativa e stava accusando Timmermans di tenere in ostaggio la proposta. A pochi giorni dal voto in plenaria, il vicepresidente ha messo sul tavolo anche la proposta sui nuovi Ogm così da spianare la strada (o almeno provarci) a un via libera all’Eurocamera.
La legge sul ripristino della natura è stata bocciata la scorsa settimana in seno alla commissione Ambiente (Envi) e finirà la prossima settimana al voto dell’intera plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo. Il vicepresidente ha ricordato che il “nostro lavoro è lontano dall’essere completo, sia in termini di lotta al cambiamento climatico sia in termini di preservare la natura”. Ha spiegato che “quello che ho fatto notare alle diverse posizioni che ci sono in Parlamento europeo sulla” legge sul ripristino della natura “è che alcuni di voi vogliono, ad esempio, la legislazione sui pesticidi, mentre altri sono più riluttanti. Quelli che sono più riluttanti sui pesticidi, sostengono invece le nuove tecniche genomiche, mentre quelli che vogliono i pesticidi sono molto riluttanti su questo punto. Quindi, li ho esortati a vedere se potevano trovare un compromesso, come abbiamo fatto anche, ad esempio, per il pacchetto sul clima ‘Fit for 55’”, ha spiegato ancora il vicepresidente, dicendosi convinto che la proposta possa aiutare a raggiungere un accordo la prossima settimana in plenaria sulla proposta di regolamento sul ripristino della natura. “Ora ci sono tutti gli elementi necessari affinché queste diverse posizioni possano forse avvicinarsi. Cerchiamo di costruire dei ponti tra queste diverse posizioni e forse queste proposte potrebbero aiutare”, ha concluso il vicepresidente.
La normativa è da mesi ormai il bersaglio politico del principale gruppo – per numero di seggi, 177 in tutto – al Parlamento europeo, il Ppe, che ne chiede il ritiro dal momento che, a suo dire, potrebbe minacciare la produzione agricola e dunque la sicurezza alimentare in un momento delicato, come quello attuale, della guerra di Russia in Ucraina. Il Ppe ha denunciato nelle scorse settimane che gli obiettivi della legislazione “mettono a rischio la sicurezza dell’Ue” e che la valutazione d’impatto presentata dall’esecutivo comunitario non chiarisce nei fatti quali potrebbero essere le ricadute della strategia sulla produzione agricola e sul costo della vita. Per alcuni, una mossa politica in vista delle elezioni europee del 2024, per trovare consenso nell’elettorato agricolo. L’opposizione del Ppe ha provocato la bocciatura a maggio nelle commissione Agricoltura (Agri) e Pesca (Pesch) e a giugno nella commissione competente, Envi. Il testo dovrà ora essere approvato a Strasburgo la prossima settimana nella sessione plenaria dell’Europarlamento ma il via libera è appeso a un filo.