Bruxelles – La Commissione europea aggiusta il tiro sul regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr). A 5 anni dalla sua entrata in vigore ne va limata l’applicazione nei casi transfrontalieri, per fare in modo che le autorità nazionali per la protezione dei dati (Dpa) non si pestino i piedi e “razionalizzino la cooperazione”.
La proposta presentata oggi (4 luglio) dal commissario Ue per la Giustizia, Didier Reynders, introduce infatti norme procedurali concrete nell’applicazione del Gdpr nei casi che coinvolgono più di uno Stato membro. Una su tutte, l’obbligo per il garante della privacy capofila di un’indagine di inviare una “sintesi delle questioni chiave” agli omologhi interessati, indicando i principali elementi e le sue opinioni sul caso e favorendo in tal modo il consenso tra le diverse autorità nazionali sin dalle fasi iniziali del processo. Dopo la fase preliminare, le Dpa potranno “avvalersi di tutti gli strumenti di cooperazione previsti dal Gdpr”, come le indagini congiunte e l’assistenza reciproca. Per scongiurare eventuali disaccordi, la Commissione propone scadenze comuni per una risoluzione più celere delle controversie.
L’armonizzazione delle norme è volta anche a garantire “rimedi più rapidi per i privati e maggiore certezza del diritto per le imprese“. Per le persone fisiche, le nuove regole chiariranno cosa devono presentare quando presentano un reclamo e assicureranno che siano adeguatamente coinvolte nel processo. Le imprese invece avranno maggiori garanzie sui diritti a un giusto processo nel caso in cui siano indagate per una potenziale violazione del Gdpr.
Nonostante il regolamento abbia raccolto diverse critiche nel corso degli anni, queste modifiche non toccano in alcun modo il nocciolo della legge sulla protezione dei dati “più ambiziosa e innovativa al mondo”. Forse con lentezza e inefficienza, ma il Gdpr funziona, basta citare la multa miliardaria -1,2 miliardi di euro- comminata dal garante della privacy irlandese a Meta, o quella da 750 milioni emessa dall’autorità nazionale di Lussemburgo a Amazon. Cinque anni dopo, l’unica concessione di Reynders ai suoi detrattori è che “le procedure nei casi transfrontalieri possono ancora essere migliorate. Oggi abbiamo presentato questa proposta per dimostrare che possiamo fare di meglio per gestire i casi in modo più rapido ed efficiente”.