Bruxelles – Tante proposte legislative da esaminare, discutere e approvare, e troppo poco tempo a disposizione per riuscirci. Roberta Metsola inizia a a considerare le elezioni europee alle porte e cosa comporta per processo il decisionale e il funzionamento dell’Ue. La presidente del Parlamento europea è consapevole che l’aggressione russa dell’Ucraina ha scombinato programmi e agende dei lavori, ma ciò non toglie che “ci sono ancora 177 proposte legislative aperte“. Troppe, per meno di un anno di attività.
“Una larga parte del semestre di presidenza belga (prima metà del 2024, ndr) sarà presa dalla campagna elettorale”, e questo implica che non si lavorerà su alcun dossier, spiega dopo l’incontro con i capi di Stato e di governo riuniti a Bruxelles. Per deputati europei e Stati membri c’è dunque “l’appello a chiudere quanti più file possibile, o almeno a farli avanzare” nell’iter legislativo. Ma appare evidente che servirà una cernita, andrà definita una scelta delle priorità. Metsola ne individua una su tutti. “I dossier aperti non hanno tutti eguale importanza, ma quello sull’immigrazione è molto importante“.
La riforma delle regole per la gestione dei flussi migratori, il superamento del regolamento di Dublino per nuove regole comuni di asilo è per la presidente del Parlamento europeo qualcosa su cui dover premer sull’acceleratore. “Occorre agire, è urgente“. Lei lo dice, ma è la cronaca a ricordarlo ai leader. Cronaca che Metsola porta nella sala riunioni dei Ventisette. “La scorsa settimana il cimitero del Mediterraneo è costato la vita ad altre 300 persone, molte delle quali non saranno mai identificate. Sono altri 300 sogni infranti. Altre 300 famiglie distrutte per sempre”.
Chiama i governi ad un cambio di impostazione. “Dobbiamo parlare con, non parlare a”. Che tradotto, spiega ai leader, vuol dire “non poter commettere l’annoso errore di parlare all’Africa solo quando si tratta di migrazione”. Come Europa “dobbiamo impegnarci strategicamente sugli investimenti, su progetti comuni e in uno spirito di partenariato”.
In questa logica di scelte obbligate e razionalizzazione del lavoro a fronte di troppi file ancora aperti, la presidente del Parlamento europeo plaude alle decisioni prese dalla presidenza spagnola di turno del Consiglio dell’Ue, in arrivo dall’1 luglio. “Sono contenta che ci siano materie prime e accordi commerciali. E’ quello che serve” in questo poco tempo che l’Ue ha a disposizione per imprimere una svolta alla legislatura europea in via di esaurimento.