Bruxelles – Portatili, per mezzi di trasporto leggeri, per veicoli elettrici e batterie industriali. L’Europarlamento riunito in plenaria a Strasburgo ha confermato oggi (14 giugno) con 587 voti a favore, 9 contrari e 20 astenuti l’accordo raggiunto con gli Stati membri a dicembre scorso per aggiornare la legislazione dell’Ue sulle batterie e sui rifiuti da batterie, primo pilastro del piano d’azione della Commissione europea per l’economia circolare.
La nuova normativa punta, tra le altre cose, a introdurre un’etichetta obbligatoria sull’impronta di carbonio, obiettivi più severi per la raccolta dei rifiuti e livelli minimi di materiale riciclato. Riguarda tutte le tipologie di batterie vendute nell’Ue e coinvolge l’intero ciclo di vita delle batterie, dalla progettazione fino al loro smaltimento come rifiuti. L’accordo tra Parlamento e Consiglio Ue prevede di introdurre un’etichetta per misurare l’impronta di carbonio per le batterie per i mezzi di trasporto e per i veicoli elettrici e per le batterie industriali ricaricabili con una capacità superiore a 2kWh. Poi ancora, di introdurre un ‘passaporto digitale’ che includa informazioni sul modello della batteria, nonché informazioni specifiche sulla singola batteria e sul suo utilizzo.
Quanto allo smaltimento dei rifiuti, la nuova normativa su cui hanno concordato i due legislatori introduce obiettivi più severi per la raccolta, livelli minimi di materiali da recuperare dai rifiuti delle batterie, e livelli minimi di contenuto riciclato da rifiuti di produzione e consumo per l’utilizzo in batterie nuove. Quanto ai primi, l’intesa fissa obiettivi minimi per la raccolta rifiuti che per le batterie portatili è pari al 45 per cento entro il 2023, 63 per cento entro il 2027 e 73 per cento entro il 2030; per le batterie per i trasporti sono pari a 51 per cento entro il 2028 e 61 per cento entro il 2031. Introduce inoltre livelli minimi di materiali recuperati dai rifiuti di batterie che sono pari al 50 per cento entro il 2027 per il litio e 80 per cento entro il 2031; per cobalto, rame, piombo e nichel pari al 90 per cento entro il 2027 e 95 per cento entro il 2031. In ultimo, l’accordo prevede che dopo otto anni dall’entrata in vigore del regolamento i livelli minimi di contenuto riciclato da rifiuti di produzione e di consumo per l’utilizzo in batterie nuove sia pari al 16 per cento per il cobalto, 85 per cento per il piombo, 6 per cento per il litio e 6 per cento per il nichel; 13 anni dopo l’entrata in vigore: 26% per il cobalto, 85% per il piombo, 12% per il litio e 15% per il nichel.
Il relatore per l’Europarlamento, il deputato dei Socialisti&Democratici Achille Variati, ha ricordato che per “la prima volta, abbiamo una legislazione sull’economia circolare che copre l’intero ciclo di vita di un prodotto, un approccio positivo sia per l’ambiente che per l’economia. Abbiamo concordato misure di grande beneficio per i consumatori: le batterie saranno ben funzionanti, più sicure e più facili da rimuovere”. Dopo il via libera da Strasburgo, l’accordo deve essere formalmente adottato anche dagli Stati membri al Consiglio prima di essere pubblicato in Gazzetta ufficiale e entrare in vigore.