Bruxelles – Nel 2022 un cittadino europeo su cinque ha vissuto sulla soglia della povertà e dell’esclusione sociale. Lievissimo il miglioramento rispetto all’anno precedente: nel 2021 erano 95,4 milioni le persone a rischio, diminuite a 95,3 milioni nel 2022. Nel 2020, prima che potessero incidere pesantemente le conseguenze della crisi pandemica e della guerra in Ucraina, Eurostat ne aveva registrate 94,8 milioni.
L’indice sul rischio di povertà e esclusione sociale viene calcolato combinando tre parametri: il reddito disponibile, la privazione sociale e materiale (l’impossibilità di accedere ad almeno sette dei tredici “beni” individuali e sociali considerati necessari per condurre una vita dignitosa), il tempo di lavoro del nucleo familiare.
Dal rapporto emerge che le categorie più esposte alla povertà sono le donne, i giovani adulti e le persone con un basso livello di istruzione. Non è una novità. A rischio il 22,7 per cento delle donne contro il 20,4 degli uomini, e il 26,5 per cento dei giovani tra i 18 e i 24 anni.
Il gap tra i 27 Stati membri è ampio: i valori più elevati sono stati registrati in Romania (34 per cento), Bulgaria (32 per cento), Grecia e Spagna al 26 per cento, ben distanti dai più virtuosi Repubblica Ceca (12 per cento), Slovenia (12 per cento) e Polonia (16 per cento). L’Italia si colloca sopra la media dell’Unione europea: nel 2022, quasi un italiano su quattro era da considerarsi a rischio povertà, il 24,4 per cento dei cittadini.