Bruxelles – L’Italia è tra i nove Paesi Ue (insieme ad Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi e Slovenia) più virtuosi sugli obiettivi di riciclo e riutilizzo dei rifiuti urbani fissati dall’Ue per il 2025. La Commissione europea ha pubblicato una relazione in cui fa il punto sul lavoro dei 27 Paesi membri per centrare gli obiettivi di riciclaggio a livello comunitario. E l’Italia è uno dei nove Paesi ‘virtuosi’ (insieme ad Austria, Belgio, Repubblica ceca, Danimarca, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi e Slovenia) che secondo Bruxelles sono sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi dell’Ue al 2025, ovvero il 55 per cento (l’Italia – secondo la relazione – nel 2020 era a quota 51 per cento, dunque molto vicina al target).
Di contro, la Commissione europea osserva che 18 Stati membri rischiano di non raggiungere uno o entrambi gli obiettivi del 2025: Estonia, Finlandia, Francia, Irlanda, Lettonia, Portogallo, Spagna e Svezia rischiano di non raggiungere l’obiettivo sui rifiuti urbani; mentre Bulgaria, Croazia, Cipro, Grecia, Ungheria, Lituania, Malta, Polonia, Romania e Slovacchia rischiano di non raggiungere gli obiettivi per i rifiuti di imballaggi urbani e complessivi per il 2025. Alcuni paesi continuano inoltre a conferire in discarica la maggior parte dei loro rifiuti urbani e probabilmente non riescono a raggiungere l’obiettivo di smaltimento in discarica del 2035. Nella comunicazione, la Commissione europea presenta indicazioni specifiche ai 18 Stati membri che rischiano di mancare i principali obiettivi di riciclaggio per il 2025. Queste riguardano un’ampia gamma di azioni: ridurre i rifiuti non riciclabili, aumentare il riutilizzo, incrementare la raccolta differenziata, sviluppare le capacità di trattamento dei rifiuti a fini di cernita e riciclaggio, migliorare la governance, impiegare strumenti economici e iniziare attività di sensibilizzazione La Commissione europea stima che ogni anno gli europei generano in media 530 kg di rifiuti urbani pro capite (rifiuti provenienti dalle famiglie e rifiuti simili provenienti dalle imprese). Sia pure sempre più riciclati e meno collocati in discarica, “i rifiuti urbani rimangono uno dei flussi di rifiuti più complessi da gestire”, si legge nel rapporto.
Nell’Ue, circa il 50 per cento dei rifiuti urbani viene riciclato o compostato e il 23 per cento viene messo in discarica. Altro dato interessante è che la quantità di rifiuti di imballaggio generati è in costante aumento: tra il 2013 e il 2020 la quantità di rifiuti di imballaggio generati è cresciuta del 15 per cento in tutta l’Ue, raggiungendo quasi 80 milioni di tonnellate. Circa il 64 per cento dei rifiuti di imballaggio viene ora riciclato, anche se questo varia a seconda del materiale. Più del 75 per cento degli imballaggi di carta, cartone e metallo viene riciclato, rispetto a meno del 40 per cento della plastica – un problema nella maggior parte dei paesi dell’UE, molti dei quali rischiano di non raggiungere l’obiettivo specifico del materiale per il riciclaggio degli imballaggi in plastica. “L’attuazione di misure di riduzione e riciclaggio dei rifiuti sul campo è fondamentale per la nostra transizione verso un’economia circolare”, ha dichiarato il commissario europeo all’ambiente, Virginijus Sinkevičius.
“Trasformare i rifiuti in risorse ci aiuta a raggiungere la neutralità climatica, aumenta la sicurezza dell’ approvvigionamento di energia e materie prime e crea posti di lavoro locali e opportunità di innovazione. La relazione di allerta precoce ci consente, in stretta collaborazione con gli Stati membri, di individuare le carenze, agire in anticipo rispetto alle scadenze per il raggiungimento degli obiettivi e condividere le migliori pratiche per una corretta gestione dei rifiuti”.