Bruxelles – La Commissione europea non sembra intenzionata a chiudere un occhio sulle accuse alle autorità greche di violazioni dei diritti umani ai danni di persone migranti nel mar Mediterraneo. Non questa volta, perché quelle immagini pubblicate dal New York Times di dodici migranti – tra cui donne e bambini – riportati al largo e scaricati su un gommone gonfiabile da una motovedetta della Guardia Costiera di Atene lasciano poco spazio a giustificazioni.
Come confermato dal vicepresidente dell’esecutivo comunitario, Margaritīs Schinas, la Commissione europea ha inviato una lettera alle autorità di Atene in cui chiedeva di istituire un’indagine indipendente sulla vicenda. Secondo quanto riportato dal quotidiano tedesco Der Spiegel, la Grecia avrebbe ricevuto anche un elenco di 27 raccomandazioni da implementare per colmare le “enormi lacune” ancora presenti nella gestione delle frontiere.
Schinas si è detto fiducioso del conseguimento di un “risultato sostanziale” dell’inchiesta, convinto dalla pubblica assunzione di responsabilità del primo ministro uscente Kyriakos Mitsotakis. Sarà l’Autorità Nazionale per la Trasparenza, istituita nel 2019 su pressione dell’Ue, a guidare le indagini, affiancata da strutture parallele che dovrebbero garantire l’indipendenza e l’integrità dell’inchiesta. Un embrione di quel meccanismo di monitoraggio indipendente previsto dal regolamento sugli screening incorporato nel nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo, che secondo il vice presidente della Commissione Ue permetterà di condurre indagini, giudicare eventuali colpevoli e prevenire futuri incidenti in modo più rapido e trasparente.
“Una volta che l’indagine sarà conclusa prenderemo misure appropriate“, ha promesso oggi (5 giugno) Schinas alla Commissione Libertà Civili, Giustizia e Affari Interni (Libe) del Parlamento europeo. Perché, ha sottolineato il commissario greco, “tutto ciò che mina il diritto di asilo e il principio di non respingimento non ha posto in Unione Europea”. Schinas ha però lanciato un appiglio al futuro governo greco che uscirà dalle elezioni fissate il 25 giugno: “Allo stesso tempo, la politica europea sulle migrazioni deve basarsi anche su una costante lotta ai trafficanti e sulla protezione dei confini, e io non credo che questi principi siano antitetici”. Spetterà all’indagine indipendente valutare le responsabilità dei fatti dello scorso 11 aprile, ma dai video del Nyt l’appiglio a cui può aggrapparsi la Guardia Costiera greca sembra davvero piccolo. Il rischio è quello di affogare.