Bruxelles – Le prime conseguenze del ribaltone elettorale spagnolo raggiungono Bruxelles: il primo ministro socialista, Pedro Sánchez, dopo il deludente risultato del suo partito alle elezioni regionali e municipali dello scorso 28 maggio, ha convocato le elezioni politiche anticipate per il 23 luglio, ed ha dunque chiesto al Parlamento europeo di rinviare il discorso sulle priorità del semestre a presidenza spagnola dell’Ue (previste per il 13 dello stesso mese) alla sessione di settembre.
Madrid prenderà le redini dei 27 Paesi membri il prossimo primo luglio, nel bel mezzo di una campagna elettorale ad altissima tensione. Se poi dovesse cambiare la maggioranza al governo ecco che potrebbero cambiare anche le priorità della presidenza, dunque meglio aspettare l’esito del voto. Le elezioni legislative erano inizialmente previste in dicembre ma, alla luce della netta sconfitta alle amministrative, Sánchez ha deciso di anticiparle nel disperato tentativo di arginare la progressiva avanzata del Partito popolare e dell’estrema destra di Vox.
E così, in un momento cruciale della legislatura europea, che entro la prossima primavera deve raggiungere importanti obiettivi – uno su tutti l’accordo politico sul nuovo Patto sulla Migrazione e l’Asilo su cui sta lavorando l’attuale presidenza svedese– l’instabilità politica spagnola rischia di complicare il percorso. O quanto meno di fungere da pesante zavorra. Nonostante la richiesta avanzata da Sanchez alla presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola, di rinviare di due mesi l’appuntamento che per consuetudine indica il via dei lavori della presidenza di turno, le autorità spagnole insistono sul fatto che Madrid lavorerà come previsto, senza ritardi e colpi di scena, anche se l’esecutivo dovesse cambiare colore politico.
Uno scenario, quello dello spostamento a destra del governo spagnolo, su cui punta forte il Partito Popolare Europeo (Ppe), che attualmente non conta nessun capo di governo nei 4 maggiori Stati membri, Germania, Francia, Italia e -appunto- Spagna. Tant’è che anche lo stesso Manfred Weber, leader del gruppo di centro destra all’Eurocamera, aveva chiesto di ritardare il discorso del premier spagnolo. Che, nei suoi piani, dovrebbe essere pronunciato da Alberto Núñez Feijóo, leader del Partido Popular, piuttosto che dal socialista Pedro Sánchez.