Antonio Tajani avvia la procedura di infrazione per i ritardi nei pagamenti alla pubblica amministrazione, a Ferdinano Nelli Feroci il compito di chiuderla. E’ in questo spirito che si colloca il contatto instaurato tra governo italiano e Commissione europea, a un mese dell’apertura del dossier a carico dell’Italia. La decisione del commissario europeo uscente per l’Industria non venne gradita a palazzo Chigi, e oggi Sandro Gozi, nella veste di rappresentante del governo e del ministero dell’Economia, è venuto a Bruxelles per discutere con il nuovo commissario per l’Industria al fine di chiudere la procedura lasciata in eredità da Tajani. “Fin dall’inizio – ricorda Gozi – il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione è stata una priorità per questo governo”, e l’Italia cerca di tener fede a questi impegni. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha illustrato a Nelli Feroci le misure già prese e quelle che verrano introdotte, e l’auspicio del governo è che “dopo agosto completeremo l’attuazione della direttiva” europea e indurre così l’esecutivo comunitario a chiudere la procedura. “Lavoriamo perchè venga chiusa il prima possibile”, ammette Gozi, che però assicura: i conti saranno onorati. “Ovviamente questo pagamento inciderà sul percorso di riduzione del debito pubblico, ma sarà tenuto in conto dalla Commissione”.
Ventisei miliardi di euro stanziati per i pagamenti nel 2013, ventisei quelli stanziati nel 2014 a cui si aggiungono altri nove miliardi individuati nell’ultimo decreto stabilità, e piattaforma elettronica a cui hanno già aderito 21mila amministrazioni: questi i dati concreti forniti da Gozi alla Commissione, che studia le carte e fa l’occhiolino all’Italia. “La Commissione prende atto in modo positivo di questo dialogo avviato con l’Italia”, le parole di Nelli Feroci. “Posso dire soltanto che abbiamo registrato uno spirito molto costruttivo, e abbiamo espresso apprezzamento per quanto fatto finora su arretrati e per i ritardi futuri”.
Alle parole di Gozi segue immediata la reazione di Tajani: “Posso constatare con piacere che la procedura di infrazione che ho voluto lanciare è servita allo scopo. Finalmente il governo italiano riconosce che la vergogna dei ritardi nei pagamenti nel nostro Paese esiste – commenta – e lo fa correndo a Bruxelles per aprire un dialogo”. Solo qualche mese fa, ricorda Tajani, lo stesso governo aveva chiesto alla Commissione di provare, attraverso documenti ufficiali, l’esistenza di un problema ‘ritardi di pagamento’ in Italia. I segnali di apertura da parte della Commissione da cui, evidenzia Tajani, oggi “arrivano parole concilianti” sono “segno di un approccio costruttivo ma accettabile solo se alle parole seguiranno rapidamente i fatti”. Per questo l’ex commissario all’industria promette di vigilare “affinché la Commissione faccia fino in fondo il suo lavoro e prosegua nella procedura d’infrazione sino a che l’Italia non rispetterà il pagamento entro i 30 giorni applicando la direttiva europea sui ritardi di pagamento”.