Bruxelles – Il Nuovo Bauhaus Europeo sbarca a Venezia, nella cornice più adatta e nel momento più urgente per parlare di rapporto tra uomo e natura e mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici. “Possiamo evitare lo scenario peggiore, ma tutto dipenderà dalla nostra velocità d’azione”, è l’esortazione della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, arrivata oggi (26 maggio) proprio da Venezia, nel corso del primo evento del Nuovo Bauhaus Europeo alla Mostra Internazionale di Architettura – Biennale di Venezia. Un invito urgente che arriva alla luce di un disastro naturale come l’alluvione che ha devastato l’Emilia-Romagna, o di quelli che presto si potranno vedere anche nella stessa Venezia. Proprio come il titolo della Biennale di quest’anno, “il Nuovo Bauhaus Europeo è un laboratorio del futuro“, ha sottolineato von der Leyen, mettendo in luce la principale caratteristica dell’iniziativa architettonico-culturale a livello Ue: “Trovare un nuovo equilibrio tra l’ambiente edificato e quello naturale”.
Parlando di rapporto tra uomo e ambiente e di disastri naturali, il primo pensiero corre subito all’alluvione in Emilia-Romagna, e non potrebbe essere diversamente. Solo ieri (25 maggio) la numero uno della Commissione Ue era nella regione per rendersi conto della portata della devastazione: “Questo mese l’Italia è stata nuovamente vittima degli effetti dei cambiamenti climatici, ho visto la grande quantità di terre sommerse dall’acqua e dal fango”. Ribandendo le parole di ieri all’Aeroporto di Bologna sul supporto economico che arriverà da Bruxelles attraverso diversi canali, von der Leyen si è voluta soffermare sull’utilizzo dei 6 miliardi previsti per l’Italia dal piano per la ripresa Next Generation Eu per la riduzione dei rischi di inondazioni e frane: “Sarà ripristinato il letto del fiume Po, con interventi di rimozione del cemento e riattivazione del verde lungo le rive, per lasciare spazio alla natura”. Perché se uno degli aspetti che stanno già scatenando polemiche nell’opinione pubblica italiana è la cementificazione degli ultimi decenni di aree a rischio idrogeologico, anche per Bruxelles l’obiettivo rimane quello di “ripristinare l’equilibrio stravolto tra la natura e l’ambiente edificato”, ha messo in chiaro la numero uno della Commissione Ue: “Dobbiamo fare della natura il nostro partner nella lotta contro i cambiamenti climatici“.
Un’esortazione che assume ancora più valore a Venezia, dove “il danno causato dall’uomo è particolarmente tangibile”. L’allarme lanciato da von der Leyen è che “entro la fine del secolo il livello delle acque locali potrebbe salire da un minimo di 30 centimetri a un massimo di oltre un metro“. La strada da percorrere è duplice: da una parte “ridurre le emissioni degli edifici per conseguire la neutralità climatica”, dall’altra “rallentare l’innalzamento del livello del mare, migliorando l’uso dell’energia e dell’acqua”. Ed è qui che si inserisce il Nuovo Bauhaus Europeo, il movimento architettonico e culturale presentato tre anni fa dalla Commissione Ue per spingere la transizione verde: “Per preservare il pianeta e la sua bellezza, dobbiamo rivedere urgentemente il modo di costruire e riscaldare le nostre case“, facendo leva su “materiali naturali come il legno e ristrutturando maggiormente gli edifici esistenti”. Nonostante i numerosi disastri naturali che hanno devastato l’Italia nell’ultimo decennio, il Paese agli occhi di von der Leyen rimane “un importante motore” del Nuovo Bauhaus Europeo e “un’infinita fonte di ispirazione e innovazione per il nostro movimento”. Un esempio è Andrea Palladio e la sua triade di canoni rinascimentali per l’edificio perfetto: solidità, utilità e bellezza. Nel ventunesimo secolo “il concetto di solidità si traduce in sostenibilità”, perché la sfida “più difficile” è quella che riguarda la preservazione del pianeta per le generazioni future: “Gli edifici supereranno la prova del tempo solo se saranno sostenibili“.
Il Nuovo Bauhaus Europeo a Venezia
Il Nuovo Bauhaus Europeo è stato lanciato ufficialmente nel settembre 2021, durante il discorso sullo Stato dell’Unione, dopo essere stato delineato nelle sue linee generali qualche mese prima. Se il movimento artistico/architettonico tedesco di inizio Novecento si è trasformato in un successo mondiale grazie alle sue soluzioni funzionali, estetiche ed economicamente accessibili, il Nuovo Bauhaus Europeo si fonda su tre capisaldi: sostenibilità, bellezza e inclusività. “Oggi la comunità è cresciuta a tal punto che ci avete chiesto di istituire delle sedi locali”, ha ricordato la numero uno della Commissione nel suo intervento alla Biennale di Architettura: “So che la sede di Venezia si riunirà per la prima volta in occasione di questa Biennale“, rivendicando che “il Nuovo Bauhaus europeo è attivo e funziona”.
L’esperienza italiana in questo movimento architettonico/culturale dal basso, che coinvolge i cittadini europei. Lo ha testimoniato von der Leyen, citando iniziative come “il progetto Bauhaus of the Seas Sails” a Venezia, il “laboratorio Bauhaus delle montagne” in Südtirol/Alto Adige e i vincitori del premio del Nuovo Bauhaus europeo 2022: “Giovani artisti e architetti” che hanno trasformato gli edifici abbandonati della piccola frazione di Topolò (al confine tra Italia e Slovenia) “in spazi condivisi e l’intero villaggio è diventato la loro casa comune”. Ecco perché ora è necessario un ulteriore supporto da Bruxelles con “maggiori finanziamenti”. Oltre 100 milioni di euro sono stati convogliati, “altri 100 milioni sono garantiti per quest’anno e il prossimo”, ha precisato la leader dell’esecutivo comunitario. Parallelamente nasceranno altri poli dell’Accademia del Nuovo Bauhaus europeo, dopo il primo istituito in Slovenia, per “formare professionisti dell’edilizia in materia di sostenibilità, circolarità e biomateriali, perché c’è un’enorme necessità di lavoratori qualificati”, ha concluso von der Leyen.