Bruxelles – La svolta è arrivata al fotofinish. Una settimana di sforzi di mediazione tra i partiti in Bulgaria sono stati coronati dal successo per l’ex-commissaria europea per l’Innovazione, Mariya Gabriel, che è riuscita a trovare una quadra per la formazione di un governo “a rotazione” che, se tutto andrà secondo i piani, la vedrà prima ministra tra nove mesi. Un’intesa tanto inaspettata, considerato l’andamento delle trattative della scorsa settimana, quanto auspicato dai cittadini bulgari, considerato il rischio ormai concreto di tornare alle seste elezioni in poco più di due anni.
L’accordo di governo è stata trovata tra il partito conservatore Gerb (Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria) – che due settimane fa ha espresso Gabriel come propria prima ministra designata – e il partito liberale e anti-corruzione Continuiamo il cambiamento – Bulgaria Democratica, rispettivamente prima e seconda forza al Parlamento nazionale. Secondo quanto previsto dall’intesa resa nota oggi pomeriggio (22 maggio), i due partiti si alterneranno per un periodo di nove mesi ciascuno: prima assumerà l’incarico l’esponente del partito concorrente (e ora alleato), Nikolai Denkov, con Gabriel vice-premier e ministra degli Esteri, e poi viceversa. L’ex-commissaria europea dovrebbe diventare prima ministra della Bulgaria all’inizio del 2024. La quadra tra i due partiti è arrivata a poche ore dall’incontro di Gabriel con il presidente della Repubblica, Rumen Radev, per consegnare la cartella vuota che avrebbe sancito ufficialmente il fallimento delle trattative per la formazione del governo e il passaggio del mandato esplorativo alla seconda forza, appunto Continuiamo il cambiamento dell’ex-premier Kiril Petkov.
Questo scenario era però già emerso come non percorribile, dal momento in cui l’ex-premier e leader dei conservatori, Boyko Borissov, aveva messo in chiaro che “se non si farà un governo al primo mandato, non si farà al secondo”. Nonostante le continue dichiarazioni dei liberali di opposizione totale a qualsiasi accordo con Gerb – considerato l’incarnazione della corruzione nel Paese dopo oltre un decennio di potere quasi ininterrotto dal 2009 al 2021 – alla fine è stato dato il via libera, complice lo scenario di stallo non superabile in alcun modo. “La situazione è estremamente difficile, dopo cinque elezioni consecutive abbiamo difficoltà a formare un esecutivo regolare e c’è il rischio concreto di andare alle prossime elezioni senza un risultato chiaro”, ha dichiarato Denkov in conferenza stampa congiunta con Gabriel. “Un governo stabile tra le prime due forze politiche ha la possibilità di poggiare su una base solida”, gli ha fatto eco Gabriel. Gerb e Continuiamo il Cambiamento possono contare su 133 deputati su 240 in Parlamento (69 i conservatori, 64 i liberali) e anche senza l’appoggio di altre forze politiche sarà possibile mettere in campo una maggioranza stabile. Anche da Bruxelles sono arrivate le congratulazioni a Gabriel e Denkov: “L’annuncio odierno del compromesso per la formazione di un governo stabile è una buona notizia per la Bulgaria e per l’Ue”, ha sottolineato il presidente del Consigli Europeo, Charles Michel.
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La fine dell’instabilità in Bulgaria?
Con l’accordo di governo tra Gerb e Continuiamo il cambiamento la speranza in Bulgaria è che sia arrivato a termine il periodo di totale instabilità politica, che ha portato il Paese sull’orlo delle seste elezioni in poco più di due anni. Alle elezioni del 4 aprile 2021 i conservatori si erano confermati come prima forza, ma in uno scenario politico estremamente frammentato: dopo tre mesi di negoziati falliti per la formazione di un esecutivo, il presidente Radev aveva deciso il ritorno anticipato alle urne. La propaganda anti-sistema aveva premiato il movimento populista C’è un popolo come questo, fondato dallo showman Slavi Trifonov alle elezioni dell’11 luglio. Dopo altri quattro mesi di trattative fallimentari tra i partiti, il presidente Radev era stato costretto a convocare nuove elezioni anticipate per novembre dello stesso anno.
Il 14 novembre 2021 un quarto delle preferenze erano andate al partito anti-corruzione Continuiamo il cambiamento, scavalcando i conservatori di Gerb e relegando nell’ombra i populisti di Trifonov. Con l’appoggio di queste due forze Kiril Petkov era stato nominato premier, per la prima volta con un senso di stabilità e programmazione per il futuro del Paese: sotto la sua guida sono stati portati avanti i colloqui con la Macedonia del Nord per superare la disputa identitaria che bloccava da dicembre 2020 l’apertura dei negoziati per l’adesione di Skopje all’Ue. Proprio questo impegno è stato fatale a Petkov, anche se non gli ha impedito di portare a compimento la revoca del veto. Prima il partito di Trifonov è passato all’opposizione e poi, il 22 giugno 2022, il governo è stato sfiduciato con una mozione presentata da Gerb.
Dopo un giro di consultazioni inconcludenti si è tornati al voto a ottobre, con il nuovo primo posto dell’ex-premier Borissov ma la solita incapacità di raggiungere un accordo di governo tra i partiti. Le ultime elezioni del 2 aprile hanno confermato l’ormai cronico stallo politico: le due formazioni più consolidate si ritrovano appaiate attorno al 25 per cento dei voti, mentre questa volta sono in ascesa nazionalisti filo-russi e anti-europeisti di Vazrazhdane. Anche per questo motivo è stata chiamata la politica di maggiore esperienza a livello europeo, per cercare di mettere fine a una crisi che avrebbe rischiato di portare il Paese nelle mani fi forze vicine al Cremlino al prossimo turno di elezioni anticipate.
Chi è Mariya Gabriel
All’anagrafe Mariya Nedelcheva, la politica 43enne è un personaggio di lungo corso a Bruxelles, dopo gli studi in lingue e relazioni internazionali tra Bulgaria e Francia. Nel 2009 è stata eletta per la prima volta come eurodeputata tra le fila di Gerb, prendendo parte ai lavori delle commissioni per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale (Agri) e per le Petizioni (Peti), ma anche in quella speciale sulla Criminalità organizzata, corruzione e riciclaggio di denaro. Nel 2014 è arrivata la rielezione al Parlamento Ue, quando è diventata capa-delegazione dei conservatori bulgari e vice-presidente del gruppo del Ppe: sotto la sua guida è stata preparata la Posizione strategica per il Mediterraneo dei popolari europei e ha partecipato come membro ai lavori della commissione per le Libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Libe).
Nel 2017 l’allora presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, aveva nominato Gabriel – su proposta dell’ex-premier Borissov – commissaria europea responsabile per il Digitale, prendendo il posto di Günther Oettinger, a sua volta chiamato a sostituire al Bilancio e risorse umane Kristalina Georgieva, oggi direttrice operativa del Fondo Monetario Internazionale e sei anni fa nominata direttrice generale della Banca Mondiale. Nel 2019 la nuova presidente dell’esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen, aveva riconfermato la fiducia in Gabriel, nominandola commissaria per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù e affidandole il programma Horizon Europe, con una dotazione per il periodo 2021-2027di 95,5 miliardi di euro.
Gabriel ha rassegnato le dimissioni da commissaria europea lunedì scorso (15 maggio) nelle mani della presidente von der Leyen, dopo quasi sei anni di servizio al Palazzo del Berlaymont. A un giorno di distanza dal passo indietro, la stessa ex-commissaria ha spiegato in un lungo thread su Twitter che “presentando le mie dimissioni alla presidente von der Leyen ho agito con responsabilità e ho dimostrato la mia lealtà nei confronti dei trattati dell’Ue e dell’ordinamento costituzionale della Repubblica di Bulgaria, ho rispettato le disposizioni del Trattato e del Codice di condotta per i membri della Commissione Europea”. L’ex-titolare per l’Innovazione e la cultura ha sottolineato anche il “lavoro comune nella costruzione di un’Europa innovativa e creativa dei talenti, al centro dell’Unione Europea ci sono innovazione, ricerca, istruzione, cultura e gioventù”. Il portafoglio di competenze è stato spacchettato tra la vicepresidente esecutiva responsabile per il Digitale, Margrethe Vestager (innovazione e ricerca) e il vicepresidente per lo Stile di vita europeo, Margaritis Schinas (istruzione, cultura e gioventù), in attesa della nomina di un nuovo commissario dalla Bulgaria.