Strasburgo, dall’inviata – Asap, as soon as possible. Il piano Ue per accelerare la produzione di munizioni ‘Made in Europe’ (ASAP è in realtà l’acronimo di ‘Act in support of ammunition production’) sarà votato dal Parlamento europeo con procedura d’urgenza nella mini-plenaria che si terrà a Bruxelles dal 31 maggio al primo giugno, ovvero con iter accelerato. Lo ha deciso l’Eurocamera riunita in plenaria a Strasburgo, approvando con 518 voti a favore, 59 contrari e 31 astenuti la richiesta del Partito popolare europeo e di Renew Europe di approvare con procedura d’urgenza, dunque accelerata, il piano Ue per lo sviluppo dell’industria della difesa, presentato dalla Commissione europea lo scorso 3 maggio per arrivare a produrre almeno un milione di munizioni all’anno in Europa. In parte per rifornire l’Ucraina, in parte per risanare le scorte degli Stati membri che stanno rifornendo Kiev.
L’Eurocamera nominerà ora una squadra negoziale e procederà con il voto in plenaria sul disegno di legge durante la prossima sessione plenaria, per avviare i negoziati con il Consiglio e raggiungere un accordo politico, che i deputati voteranno poi in plenaria nella sessione di luglio. La procedura d’urgenza è disciplinata dall’articolo 163 del regolamento del Parlamento europeo e può essere richiesta al Parlamento dal Presidente, da una commissione parlamentare, da un gruppo politico o un numero di deputati pari almeno alla soglia bassa, dalla Commissione o dal Consiglio. In genere si ricorre alla procedura accelerata – che accelera le fasi dell’iter legislativo – quando c’è necessità di affrettare i tempi delle decisioni, spesso lunghi immotivatamente. L’Europarlamento ha fatto lo stesso durante la crisi del Covid-19, quando doveva approvare il regolamento sul Green Pass, e con il regolamento sugli stoccaggi di gas nel pieno della crisi energetica con la Russia.
Il piano della Commissione europea prevede di mobilitare cinquecento milioni di euro dal bilancio comunitario fino a giugno 2025 per aumentare la capacità dell’industria europea di produrre munizioni, con l’obiettivo di produrre almeno un milione di pezzi all’anno. Ultimo di tre pilastri di un più ampio e complesso ‘Piano per la difesa’ proposto ai Ventisette da Breton e dall’alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, che si articola in tre fasi: un miliardo di euro mobilitato attraverso lo strumento europeo per la pace (strumento fuori bilancio comunitario) per la consegna immediata di munizioni a Kiev attraverso le scorte degli Stati membri; un altro miliardo di euro per gli acquisti congiunti di armi e infine un aumento della capacità di produzione bellica a livello europeo, dal momento che per assicurare le promesse fatte a Kiev è necessario potenziare la capacità industriale dell’Ue. Per fornire urgentemente munizioni e missili all’Ucraina e ad aiutare gli Stati membri a ricostituire le proprie scorte introducendo, la Legge proposta interviene per aumentare la sua capacità di produzione Made in Europe.
Tra i contrari, ma ne avevano già annunciato l’intenzione, la delegazione del Movimento 5 Stelle all’Eurocamera, che principalmente si oppongono alla proposta della Commissione di lasciare ai governi la possibilità di sfruttare la revisione del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) a questi fini, per finanziare progetti di resilienza. La proposta “delinea una direzione ben chiara, ma allo stesso tempo incomprensibile. Come si può preparare un percorso di pace in Ucraina investendo nelle armi”, ha motivato in una nota Sabrina Pignedoli, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, spiegando l’intenzione della delegazione di opporsi alla richiesta di procedura “accelerata per ridurre i tempi di approvazione del piano che prevede il dirottamento dei fondi dal sociale alla produzione di armi e munizioni utilizzando il bilancio dell’Unione Europea: una procedura che toglie trasparenza e legittimità democratica in quanto elimina ogni tipo di confronto sul provvedimento”.
Anche gli europarlamentari del Pd si sono dichiarati contrari all’utilizzo dei fondi di coesione e del Pnrr per il piano Asap (legge a sostegno della produzione di munizioni), presentato dalla Commissione. ”Oggi il Parlamento Europeo ha approvato a larghissima maggioranza l’accelerazione della discussione e del lavoro legislativo sul dossier Asap, ma siamo tuttavia contrari all’utilizzo di qualunque fonte di finanziamento proveniente dalle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e dei fondi di coesione”, hanno scritto in una nota. Il voto di oggi è stato preceduto da un dibattito con il commissario per il mercato interno, Thierry Breton, che ha difeso con forza la proposta della Commissione, spiegando che nei fatti non ci sono obblighi per gli Stati membri Ue di usare quei fondi, ma che Bruxelles ha cercato di dare agli Stati membri un ventaglio di opzioni finanziari alternativo ai 500 milioni dal bilancio. Proprio Breton aveva incalzato i co-legislatori europei di Parlamento e Consiglio a raggiungere un accordo il prima possibile.
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