Bruxelles – Competenze per competere? Le linee guida della Commissione europea potrebbero non bastare. Perché le carenze di manodopera nell’Ue “sono attualmente in aumento a causa dei bassi salari e delle cattive condizioni di lavoro piuttosto che a causa della mancanza di qualifiche dei lavoratori”. L’Istituto sindacale europeo”, il centro studi della Confederazione europea dei sindacati (Etuc), accende i riflettori sul deterioramento della situazione lavorativa in Europa con un’analisi pubblicata in vista del 9 maggio, festa dell’Europa e contestuale momento di avvio dell’Anno europeo delle competenze.
Per un anno, fino all’8 maggio 2024, si susseguiranno incontri, dibattiti, conferenze, confronti su un tema che a detta dei sindacati europei non sembra abbracciare l’intera problematica. “I dibattiti sulla carenza di manodopera non dovrebbero concentrarsi solo sulle competenze”. Il motivo, insiste il documento, è che “le peggiori carenze che stiamo vedendo ora non sono solo una questione di competenze o anche di trovare lavoratori”. Il vero problema “è trovare persone disposte a fare questi lavori faticosi per una paga così bassa e in condizioni così pessime”.
Occorre ricordare che la Commissione europea non ha grande margine di manovra in materia, poiché politiche per l’occupazione e mercato del lavoro restano competenze degli Stati membri. Il richiamo del centro studi dell’Etuc vale dunque soprattutto per i governi nazionali, i veri responsabili delle misure che si rendono necessarie per porre un freno a quel problema comunque avvertito a Bruxelles. C’è però la sensazione di dover porre l’accento su un’impostazione che, per quanto dettata da ragioni di suddivisione dei poteri, risulta errata.
Per l’esecutivo comunitario l’Anno europeo delle competenze porterà nuovo slancio all’apprendimento permanente, dando alle aziende e ai singoli la capacità di contribuire alla transizione verde e digitale attraverso il sostegno all’innovazione e alla competitività. Certo, riconoscono i sindacati, “le competenze sono decisamente importanti, soprattutto di fronte alle incombenti transizioni verdi e digitali in Europa”, ma se si replicano gli attuali modelli fatti di buste paga ‘tirate’ e ritmi e condizioni insostenibili, le offerte di lavoro resteranno senza risposta.
Che si tratta di lavori tradizionali o di quelli nuovi imposti dall’agenda verde e digitale, dunque, “è fondamentale garantire che tutti i posti di lavoro offrano condizioni sufficientemente buone affinché i lavoratori possano vivere una vita dignitosa, il che a sua volta attirerà più lavoratori”.