Bruxelles – La delegazione del Partito Democratico al Parlamento europeo punta i piedi e fa sapere che si opporrà alla proposta lanciata dalla presidente del gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D) di tornare alle origini e riprendere la vecchia dicitura gruppo del Partito del Socialismo Europeo. Brando Benifei, capodelegazione del Pd, chiude ogni spiraglio: “Sono certo che da parte nostra ci sarà il supporto per il mantenimento dell’attuale denominazione di Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici, che rappresenta per noi un valore e una storia che inizia quando la nostra delegazione italiana era guidata da David Sassoli”, ha dichiarato.
La proposta, si apprende da una nota interna al gruppo, sarebbe parte “di uno sforzo avviato dalla presidente (la socialista spagnola Iraxte Garcia Perez, ndr) per rendere più semplice e chiara l’identità del partito in vista delle elezioni europee del 2024″ ed è attualmente al vaglio delle delegazioni nazionali. Una volta apprese le volontà dei 144 membri del gruppo, la decisione sarà presa dalle leadership dei partiti che lo compongono. “S&D ha avviato un processo per vedere se c’è una maggioranza che supporta la modifica del nome. È una cosa che valutiamo da tempo, abbiamo pensato che questo potesse essere il momento giusto per questo dibattito. Voglio garantire che sarà un processo trasparente, aperto e democratico”, ha dichiarato Garcia Perez durante una conferenza stampa del gruppo a Varsavia.
Il nome originale, Partito del Socialismo Europeo (Pse), venne accantonato nel 2009 in occasione dell’ingresso degli eurodeputati italiani, molti dei quali non facevano parte del Pse, nel gruppo al Parlamento europeo. Dal momento che un’anima del Pd rifiutava l’etichetta di socialisti, si scelse il nome di più largo respiro Socialisti e Democratici. Ma con l’adesione del Pd al Pse, avvenuta nel 2014, “l’utilizzo di una dicitura diversa per il gruppo rispetto al partito non è più necessaria”, spiegano fonti vicine alla presidenza del gruppo.
Al Nazareno non sono però d’accordo: se Benifei ha fatto notare che “la maggioranza dei Gruppi parlamentari all’Europarlamento ha nomi che non rispecchiano quelli dei partiti politici europei che li compongono, ma rappresentano appunto la pluralità della loro composizione”, la vicepresidente del Parlamento Europeo, Pina Picierno, ha dichiarato in un tweet che “recidere la matrice democratica dal nome del gruppo sarebbe una scelta miope e di corto respiro”.
Ai malumori sollevati dalle correnti più centriste e riformiste del Pd non ha ancora risposto la neo-segretaria Elly Schlein, che secondo diverse agenzie appoggerebbe la proposta di Garcia Perez. Ma fonti vicine al Nazareno hanno immediatamente smentito: “Per il Partito democratico il cambiamento del nome del gruppo dei Socialisti e democratici al Parlamento europeo non è mai stato in discussione. Le indiscrezioni giornalistiche sul presunto sostegno di Elly Schlein a questa ipotesi sono del tutto destituite di fondamento”.