La Commissione europea, dopo averne a lungo dibattuto in collegio, ha presentato una comunicazione sugli obiettivi che gli Stati membri dovrebbero raggiungere entro il 2030 in materia di clima e risparmio energetico. Dopo che gli altri due target erano già stati annunciati – e cioè il 40% di taglio alle emissioni di CO2 e il 27% di produzione energetica a partire da fonti rinnovabili – è arrivato il momento di rendere noto il terzo target, quello relativo al risparmio energetico, fissato per il 30% entro il 2030.
La comunicazione si sofferma anche sullo stato attuale degli obiettivi previsti per il 2020. Secondo quanto dichiarato da Gunther Oettinger, commissario europeo responsabile per l’Energia, sono stati fatti enormi passi in avanti negli ultimi anni, ma questo non basta ancora. Al momento l’Ue sembrerebbe mancare di poco l’obiettivo del 20% di risparmio energetico fissato per il 2020, assestandosi su un 18-19%. Tuttavia, la Commissione sostiene che l’obiettivo concordato del 20% può ancora essere raggiunto, a patto che tutti i Paesi dell’Ue diano piena attuazione alla normativa già concordata. La Commissione ha però precisato che non intende proporre nuove misure, ma che si limiterà a invitare gli Stati membri a intensificare gli sforzi.
Nella comunicazione lo spazio maggiore è però dedicato agli obiettivi che gli Stati membri dovrebbero darsi entro il 2030 ed è forse qui che si registrano le maggiori perplessità. “Per gli obiettivi 2020 le proposte erano state adottate all’unanimità in Consiglio e lo stesso dovrebbe avvenire per i nuovi target – ha spiegato Oettinger – tuttavia dobbiamo darci delle scadenze che possano essere accettate da tutti gli Stati membri”. Secondo quanto esplicitato dal commissario attualmente i Paesi si troverebbero su posizioni ancora troppo diverse: “Ci sono quattro gruppi e scuole di pensiero, c’è chi ritiene che sia prematuro occuparci degli obiettivi del 2030 ancor prima di aver raggiunto quelli del 2020, c’è chi proprio non ne vuole sapere, c’è chi invece chiede un unico obiettivo che è quello della riduzione di CO2 e c’è chi infine ritiene che sia opportuno fare chiarezza fin da subito con gli investitori per gli obiettivi a lunga scadenza”.
“Abbiamo analizzato i vari scenari possibili e vista la situazione che si sta prospettando in Ucraina e Russia abbiamo ritenuto giustificabile un obiettivo ambizioso – ha spiegato Oettinger – sono soddisfatto che ci sia stata unanimità nel darsi il 30% come target per il 2030. Con questo obiettivo vogliamo presentarci al Consiglio europeo e saranno i capi di Stato a dirci se potrà essere reso vincolante o meno”. Il commissario ha inoltre ricordato che nel 2017 la Commissione procederà a una revisione intermedia per valutare i progressi compiuti.
Tuttavia, quello che la Commissione definisce un “obiettivo ambizioso”, è un passo indietro secondo alcuni gruppi politici. Claude Turmes, portavoce dei Verdi, ha dichiarato: “E’ nell’interesse dell’Europa adottare un target molto più ambizioso per il 2030. Il percorso più efficace da seguire sarebbe quello di scegliere un obiettivo di risparmio energetico del 35% per il 2030. Dietro alla mera efficacia dei costi ci sono anche altri aspetti da considerare, soprattutto in termini di influenza geopolitica e di cambiamenti climatici”. “Esortiamo i governi dell’Ue e il nuovo presidente della Commissione Jean Claude Juncker – conclude Turmes – a non seguire la comunicazione di oggi e ad essere molto più ambizioso per ridurre la nostra dipendenza dalla Russia di Putin e per avviare l’Europa verso un futuro energetico sostenibile”.