Bruxelles – “Capiamo che l’argomento è sensibile per l’Italia, ma abbiamo bisogno della ratifica affinché altri Stati membri possano beneficiare del sostegno del Mes in caso di difficoltà”. Il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, usa toni pacati e concilianti, ma comunque mette pressione l’Italia sul Meccanismo europeo di stabilità. Il fondo salva-Stati è di comune interesse, anche se l’Italia ha interessi diversi. E diversi sono i richiami che arrivano dalla riunione informale dell’Eurogruppo di Stoccolma, perché, ricorda lo stesso Donohoe, tra le priorità figura quella di “continuare a rispettare il nostro impegno secondo cui il meccanismo europeo di stabilità può fornire il sostegno di liquidità alla risoluzione unica”.
Un richiamo per un interlocutore assente, poiché il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, è rimasto a Roma. La mancata approvazione del Documenti di economia e finanza (Def) impone alla maggioranza lavoro extra per rimediare allo scivolone alla Camera. Ma l’assenza del ministro italiano non ha impedito ai partner di esprimersi a tal proposito. “Il cuscinetto finanziario del Mes va reso operativo quanto prima“, sottolinea il direttore esecutivo del Mes, Pierre Gramegna. Che si permette di ricordare come in questo modo “si dà fiducia agli investitori”.
Dalla presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, poche ma precise parole. “Sarebbe un bene se la riforma venisse ratificata” una volta per tutte. Stesso messaggio, ma con toni diversi, arriva dal ministro delle Finanze del Belgio, Vincent Van Peteghem: “C’è bisogno di ratificare il trattato di riforma del Mes”.
Tutto come da previsioni, dunque. I partner continuano a richiamare l’Italia di Giorgia Meloni all’ordine. Anche se, a ben vedere, non dovrebbe essere il caso. E questo dà la dimensione del senso di frustrazione generale nei confronti dell’unico Paese che tiene bloccato il dossier. “Non credo che servano richieste particolari“, ragiona a voce alta il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni. In fin dei conti, ricorda, “la riforma del Mes è stata approvata due anni fa”.