Bruxelles – La situazione migliora. I ritmi di crescita riprendono, non sono fermi. Per Paolo Gentiloni, il commissario all’Economia, la riunione informale di Eurogruppo ed Ecofin di Stoccolma diventa l’occasione per inviare messaggi di ottimismo. Perché Eurostat pubblica le stime preliminari sull’andamento del Pil, e il risultato sono “cifre leggermente migliori del previsto” rispetto alle previsioni invernali di febbraio. “L’economia dell’area dell’euro sembra essere cresciuta dello 0,1 per cento rispetto al quarto trimestre dello scorso anno, con l’UE nel suo complesso in espansione dello 0,3 per cento. Due mesi e mezzo fa avevamo previsto una stagnazione (0,0%) per entrambe le aree” che dunque non c’è. C’è di più, e Gentiloni vuole sottolinearlo. “Tra le maggiori economie dell’Ue, risultati migliori del previsto si registrano soprattutto per Italia e Spagna, allo 0,5 per cento”.
La Commissione europea presenterà le previsioni economiche di primavera il 15 maggio, con tutti i dati utili a fornire una panoramica più dettagliata. Intanto però Gentiloni non può non sottolineare la natura “incoraggiante” di un insieme di dati che “mostra un’economia europea che continua a mostrare resilienza in un contesto globale difficile. Il commissario per l’Economia invita comunque a “rimanere vigili”. Perché, spiega, “l’incertezza economica rimane elevata e dobbiamo affrontare numerosi venti contrari, dall’inasprimento delle condizioni finanziarie per le famiglie e le imprese ai rischi di frammentazione globale”.
In attesa dei dati consolidati che l’esecutivo comunitario presenterà il 15 maggio, Gentiloni offre comunque un assaggio. “Le finanze pubbliche sono migliorate“, tiene a sottolineare. Il disavanzo pubblico nell’area dell’euro è stato del 3,6 per cento nel 2022, in calo dal 5,3 per cento nel 2021, mentre il debito pubblico è sceso ulteriormente dal 95,5 per cento nel 2021 al 91,6 per cento. Ora, aggiunge rivolgendosi ai governi, “per mantenere questo progresso nel 2023 è necessario vedere una graduale eliminazione dei sussidi energetici di emergenza, a partire da quelli meno mirati”.