Bruxelles – Cambio di guardia al vertice del Comitato Economico e Sociale Europeo, dopo due anni di guida dell’austriaca Christa Schweng. Il nuovo numero uno del Cese è Oliver Röpke, eletto oggi (26 aprile) alla guida del Comitato dopo aver trascorso l’ultimo mandato come presidente del gruppo Lavoratori.
“Sono tempi difficili anche per la società civile, dobbiamo affrontare ancora le conseguenze della guerra russa in Ucraina e stanno per arrivare le elezioni europee”, sono state le prime parole di Röpke da presidente del Cese alla stampa: “Voglio guidare questa istituzione aumentando il nostro impatto sulle politiche comunitarie, dobbiamo rimanere uniti”. Ecco perché il manifesto delle priorità dell’ex-sindacalista austriaco si intitola proprio Stand up for democracy. Speak up for Europe. Dopo aver ricoperto la carica di responsabile dell’ufficio di Bruxelles della Federazione sindacale austriaca (Ögb), Röpke è stato eletto dai membri del Comitato Economico e Sociale Europeo come 34esimo presidente dell’istituzione, con 236 voti a favore e nessuno contrario (solo due astenuti). Il il suo mandato durerà fino all’autunno del 2025 e ad affiancarlo come vicepresidenti ci saranno il polacco Krzysztof Pater (responsabile per il bilancio) e il romeno Aurel Laurenţiu Plosceanu (per la comunicazione).
Nell’ultimo biennio Schweng ha lavorato con successo per risollevare l’immagine del Cese di fronte all’opinione pubblica europea, dopo il caso sollevato dall’Ufficio europeo per la lotta antifrode nel gennaio 2020 su presunte molestie sul luogo di lavoro da parte dell’allora presidente del gruppo Datori di lavoro Jacek Krawczyk. Ma dopo il duro lavoro su quel cambiamento auspicato anche dalla vicepresidente uscente, Giulia Barbucci, in un’intervista a Eunews, è arrivato il momento di “fare un passo in più”.
Tra le priorità-chiave del nuovo presidente del Cese compaiono la difesa della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto dentro e fuori l’Ue, una maggiore inclusione dei rappresentanti della società civile dei Paesi candidati all’adesione Ue e il rafforzamento del Comitato Economico e Sociale Europeo attraverso un nuovo processo di riforme interne. Tutto si imposterà a partire dal lavoro in vista delle elezioni europee del 2024, per cui l’obiettivo è quello di lavorare a un “manifesto delle priorità che ci aspettiamo dalla futura Commissione e dal futuro Parlamento” e su “campagne e attività volte ad aumentare la partecipazione degli elettori”. Il focus sarà incentrato sul rendere il Cese un “cane da guardia della democrazia, con il monitoraggio regolare da parte della società civile nei Paesi membri”, ha spiegato Röpke: “Dobbiamo criticare ciò che sta andando male, ma tra le istituzioni Ue vedo la volontà di affrontare i problemi”.
C’è poi il tema dell’allargamento dell’Unione Europea, su cui la nuova presidenza si concentrerà per l’implementazione dei forum di discussione con Balcani Occidentali, Moldova e Ucraina: “Vogliamo fare un passo in più per preparare questi Paesi, coinvolgendo le organizzazioni della società civile”. A livello pratico la proposta è di nominare membri onorari per l’allargamento provenienti dai Paesi in via di adesione all’Ue, per coinvolgerli nel lavoro consultivo anche attraverso consigli consultivi. Il nuovo numero uno del Cese ha promesso di fare “tutto il possibile perché la nostra istituzione apra le porte a questi Paesi, non è sufficiente dare loro solo lo status di candidati”, ma a tutti i livelli serve un “impegno attivo, sfruttando la nostra esperienza per aumentare la rapidità delle riforme” per avvicinarsi all’Unione.
Ultima, ma non certo per importanza, la questione del lavoro di riforma del Cese, con misure “anche strutturali se necessario” sul piano del coinvolgimento delle generazioni più giovani e della parità di genere (anche se non può passare inosservato il fatto che i tre nuovi vertici dell’istituzione sono tutti uomini, a differenza del precedente mandato). Sarà proposta l’istituzione di un Consiglio consultivo di giovani presso la presidenza del Comitato sui temi dei cambiamenti climatici e della doppia transizione verde e digitale, sarà rafforzato l’equilibro di genere “con più presenza femminile a tutti i livelli” e la partecipazione al registro della trasparenza dell’Ue. Sul lungo periodo la riforma istituzionale del Cese sarà finalizzata a preparare lo stesso Comitato a svolgere un ruolo più importante in caso di revisione dei Trattati.
Cos’è il Comitato Economico e Sociale Europeo (Cese)
Il Comitato Economico e Sociale Europeo è un organo consultivo che rappresenta le organizzazioni dei datori di lavoro, dei lavoratori e di altri gruppi di interesse della società civile, e ha come incarico quello di formulare pareri per la Commissione, il Parlamento e il Consiglio dell’Ue. Fondato nel 1957 con i Trattati di Roma, ha la sua sede a Bruxelles e i suoi 329 membri sono nominati dai governi nazionali e designati dal Consiglio dell’Ue per un mandato quinquennale rinnovabile (la quota per ogni Paese dipende dalla sua popolazione, l’Italia attualmente ne esprime 24). Il Cese è guidato da un presidente e da due vicepresidenti, che vengono rinnovati ogni due anni e mezzo in occasione della revisione di metà mandato.
I membri appartengono ai tre gruppi istituiti (ciascuno con un suo presidente): Datori di lavoro, Lavoratori e Organizzazioni della società civile. I tre gruppi possono esprimersi formalmente sulle proposte legislative dell’Ue, con tre compiti principali: garantire che la legislazione comunitaria sia adeguata alle condizioni economiche e sociali, promuovere e assicurare il dialogo con tutti i gruppi d’interesse della società civile e promuovere i valori dell’integrazione europea. Da un punto di vista pratico, il Cese può emettere pareri di propria iniziativa o può essere consultato da Commissione, Parlamento e Consiglio dell’Ue. I membri del Comitato lavorano indipendentemente dai rispettivi governi e adottano i propri pareri a maggioranza semplice: le nove riunioni annuali vengono preparate dalle sezioni specializzate e dalla commissione consultiva per le trasformazioni industriali (Ccmi).