Bruxelles – Trasformare il Mare del Nord nella “più grande centrale energetica verde”, per promuovere la decarbonizzazione, la sicurezza e la competitività dell’industria europea. Sette Paesi dell’Unione europea (Belgio, Danimarca, Germania, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi) e due extra Ue, Regno Unito e Norvegia, si sono impegnati oggi (25 aprile) a rafforzare i loro investimenti per la produzione di energia eolica offshore e raggiungere collettivamente 130 GW di capacità di generazione eolica offshore entro il 2030 e 300 GW entro il 2050.
Nel cuore del porto di Ostenda, in Belgio, si è tenuta la seconda edizione del Summit per l’energia nel Mare del Nord. I capi di Stato e di governo di Belgio, Danimarca, Germania, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia e Regno Unito si sono incontrati insieme alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, per concordare nuovi impegni sull’eolico offshore nei mari del Nord, allargando la coalizione nata lo scorso anno nel pieno della guerra di Russia in Ucraina (che coinvolgeva solo Belgio, Danimarca, Germania e Paesi Bassi). I capi di stato e governo erano accompagnati dai rispettivi ministri dell’energia e una delegazione di oltre 100 imprenditori e attori industriali del settore energetico.
Aumentano i Paesi e raddoppiano anche gli impegni sull’energia. L’idea è quella di aumentare la cooperazione tra i Paesi che fanno parte della coalizione sviluppando progetti relativi alle rinnovabili e costruendo un intero sistema elettrico nel Mare del Nord. La sfida sono gli investimenti in infrastrutture, sia in mare aperto che a terra, ma anche quella di velocizzare i processi di autorizzazione dei progetti.
“Il summit di Ostenda segna il traguardo importante di rendere il Mare del Nord la più grande centrale elettrica verde al mondo”, ha rivendicato il premier belga, Alexander De Croo, che ha ospitato quest’anno il summit.
I leader presenti si sono accordati per raggiungere collettivamente 130 GW di capacità di generazione eolica offshore entro il 2030 e 300 GW entro il 2050, più che quadruplicando gli attuali 25 GW. Con questi secondo De Croo “saremo in grado di fornire elettricità per 300 milioni di famiglie nel continente europeo“. Un obiettivo che, secondo i 9 Paesi, dovrebbe aiutare a ridurre le emissioni e anche la dipendenza dell’Ue dalle importazioni e rendendo l’energia più conveniente.
La Commissione europea punta a contribuire a raggiungere i nuovi obiettivi di Ostenda attraverso il Piano industriale per l’industria green, il piano di cui ha svelato i tre pilastri normativi a metà marzo: un quadro normativo più semplice per l’industria a zero emissioni con il ‘Net Zero Industry Act’; l’uso massiccio delle rinnovabili con la riforma del disegno del mercato elettrico e poi le forniture sicure di materie prime critiche attraverso il Critical Raw materia act”, ha assicurato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in conferenza stampa. Von der Leyen ha chiarito che i pilastri del Piano industriale per il Green Deal presentati a metà marzo contribuiranno agli impegni stabiliti oggi al vertice, rivendicando “che nonostante la crisi” energetica trainata dalla guerra di Russia in Ucraina “siamo riusciti a crescere economicamente, pur riducendo le emissioni di gas a effetto serra”, attraverso “investimenti massicci” sulle rinnovabili.
Per von der Leyen il Mare de Nord ha un enorme potenziale anche per l’idrogeno rinnovabile, che sarà “un punto di svolta per l’economia dell’Ue, per le nostre industrie e la nostra economia e la regione del Mare del Nord ha il potenziale produrre enormi quantità di idrogeno verde e diventare il principale corridoio per le importazioni in Europa”, ha dichiarato. La Commissione europea ha presentato a novembre 2020 la sua strategia per le energie rinnovabili offshore dell’Unione europea, per sfruttare al massimo lo spazio marittimo del Mare del Nord o il Mar Baltico ma anche Mar Mediterraneo e Oceano Atlantico che secondo la Commissione hanno tutti un forte potenziale per una maggiore diffusione delle turbine eoliche e delle tecnologie rinnovabili oceaniche. La seconda edizione del summit segue le orme della prima edizione che si è tenuta a maggio di un anno fa a Esbjerg, in Danimarca, nel pieno della guerra di Russia in Ucraina, mentre le prime conseguenze iniziavano a farsi sentire sul mercato energetico dell’Ue. Belgio, Danimarca, Germania e Paesi Bassi si sono uniti per formare la “Coalizione del Mare del Nord” e per coordinare le loro azioni per combattere la dipendenza dal gas e dai combustibili fossili. La prima edizione del vertice si era chiusa con una dichiarazione che formalizza l’ambizione dei quattro Paesi fondatori a quadruplicare la loro capacità combinata di generazione di energia offshore a 150 GW entro il 2050 (150 GW è il consumo annuo di elettricità di 150 milioni di famiglie europee).