Bruxelles – Un nuovo (il secondo) pacchetto di sostegno finanziario agli agricoltori da 100 milioni di euro, misure preventive sull’import di alcune categorie di cereali e la promessa di un’indagine su altri prodotti sensibili. E’ un piano in tre punti quello proposto dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per sostenere gli agricoltori dell’Europa orientale più colpiti dal crollo dei prezzi dei cereali legato alla guerra in Ucraina e far fronte alle proteste che dalle sole Polonia e Ungheria si stanno espandendo in tutta l’Europa dell’Est.
“Ci stiamo preparando a presentare un secondo pacchetto di sostegno finanziario di 100 milioni di euro, come parte di un approccio europeo comune”, scrive la presidente della Commissione europea nella lettera inviata oggi ai leader di Bulgaria, Polonia, Ungheria, Romania e Slovacchia. Una risposta alle loro preoccupazioni (espresse in una lettera inviata a Bruxelles lo scorso 31 marzo) in cui hanno chiesto ulteriori sostegni da parte di Bruxelles per rispondere all’aumento incontrollato delle importazioni di alcuni prodotti agricoli ucraini. Von der Leyen ha spiegato che il pacchetto a cui Bruxelles lavora avrà un tasso di cofinanziamento del 200 per cento per gli agricoltori colpiti, dunque gli Stati membri potranno decidere di cofinanziarlo aumentandone le risorse.
Il secondo pacchetto segue un primo stanziamento di 56,3 milioni di euro mobilitato il mese scorso per sostenere gli agricoltori più colpiti, 56,3 milioni di euro finanziati dalla riserva agricola per tre Paesi: 29,5 milioni di euro alla Polonia, 16,75 milioni di euro alla Bulgaria e 10,05 milioni di euro alla Romania, dandogli la possibilità di integrare questo sostegno fino al 100 per cento con fondi nazionali che ammonterebbero a un aiuto finanziario totale di 112,6 milioni di euro per gli agricoltori interessati. Quanto al secondo pacchetto di aiuti annunciato oggi, la proposta non è ancora ufficialmente sul tavolo dei Paesi, dunque un funzionario Ue chiarisce che ancora non è stato stabilito come in effetti le risorse tra i cinque Paesi.
In secondo luogo, von der Leyen ha annunciato nella lettera che la Commissione europea adotterà anche misure preventive “ai sensi della clausola di salvaguardia inclusa nel regolamento sulle misure commerciali autonome” per contrastare il peggioramento della situazione dei produttori dell’Unione per alcuni prodotti specifici, come il grano, il mais, la colza e i semi di girasole. La presidente ha fatto sapere che oggi il vicepresidente responsabile per il commercio, Valdis Dombrovskis, organizzerà una riunione con gli Stati membri interessati e l’Ucraina per discuterne ulteriormente. L’ultimo punto della strategia della Commissione è di avviare un’indagine anche su altri prodotti sensibili.
Queste misure, secondo Bruxelles, serviranno a scongiurare azioni unilaterali da parte degli Stati membri nell’affrontare la situazione. Azioni unilaterali che nel quadro della politica commerciale dell’Ue non sono neanche ammesse. “In considerazione del nostro mercato unico e della nostra unione doganale, è necessario un approccio europeo comune per affrontare queste preoccupazioni che derivano da un’interazione di diversi fattori. Le misure unilaterali possono solo fare il gioco degli avversari dell’Ucraina e non dovrebbero erodere il nostro incrollabile sostegno all’Ucraina”, commenta von der Leyen.
Con l’inizio della guerra di Russia in Ucraina e le difficoltà a esportare i prodotti agricoli dalle zone, Bruxelles ha deciso di sospendere i dazi doganali su tutti i prodotti agricoli importati dall’Ucraina e ha promosso l’iniziativa delle Nazioni Unite per sbloccare l’export sul Mar Nero, dopo che Mosca ha bloccato alcuni dei principali porti (e snodi commerciali) mettendo a rischio la sicurezza alimentare globale. Nonostante i tentativi, il risultato è stato che grandi quantità di grano ucraino e altri cereali sono finite nei Paesi confinanti dell’Europa centrale, a volte rimanendo bloccate lì a causa di colli di bottiglia logistici. L’accumulo di grano e cereali nei silos ha avuto per mesi ripercussioni sulle vendite per gli agricoltori locali, con una svalutazione del prezzo dei beni agricoli, portando a proteste nei Paesi confinanti.
Questo ha portato nei giorni scorsi Polonia, Ungheria e anche Slovacchia ad annunciare il divieto completo di importazione di grano dall’Ucraina per proteggere i propri agricoltori. Varsavia e Kiev hanno annunciato ieri di aver raggiunto un accordo sulla ripresa del transito dei cereali ucraini, per assicurare che non rimanga una sola tonnellata di grano su territorio polacco ma che le merci possano almeno transitare verso altri Paesi, non solo europei. Von der Leyen ricorda che “l’accesso al mercato che abbiamo concesso all’Ucraina e le corsie di solidarietà che abbiamo aperto sono fondamentali per la resistenza dell’Ucraina di fronte alla guerra di aggressione della Russia. Inoltre, le esportazioni ucraine dovrebbero continuare a raggiungere i mercati di tutto il mondo, compresi i Paesi in via di sviluppo”, ma è anche necessario “affrontare le conseguenze specifiche non intenzionali dell’inatteso aumento delle importazioni nei vostri Paesi.