Bruxelles – Il Parlamento europeo ha interrotto oggi i lavori per celebrare l’ottantesimo anniversario della rivolta del ghetto ebraico di Varsavia. Il 19 aprile 1943 centinaia di donne e uomini imbracciarono le armi e si sollevarono contro l’oppressione nazista: la rivolta fu repressa nel sangue dopo un mese, i ribelli catturati, deportati nei campi di concentramento e uccisi. Ma, come ha ribadito la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, quel “simbolo di resistenza resta una grande fonte d’ispirazione”.
Nel 1943 la Polonia era un Paese occupato da 4 lunghi anni, e già dal 1940 le SS naziste confinarono nella capitale più di 400 mila ebrei. Il più grande ghetto ebraico d’Europa di trovava nel centro di Varsavia e si estendeva per 3,4 chilometri quadrati, circondato da un muro alto oltre 3 metri. Da lì i tedeschi deportarono centinaia di migliaia di cittadini ebrei, soprattutto verso il centro di sterminio di Treblinka. Nell’autunno del 1942, i sopravvissuti all’interno del ghetto erano all’incirca 50 mila. Nell’aprile del ’43, stremati e affamati, 700 di loro diedero il via alla rivolta, guidati dall’Organizzazione Ebraica di Lotta (Zob) e dal suo leader, il ventiquattrenne Mordecai Anielewicz. Mal equipaggiati e senza un sufficiente addestramento militare, portarono avanti la guerriglia fino al 16 maggio, quando l’esercito tedesco riconquistò definitivamente il ghetto e lo rase al suolo.
“Oggi ricordiamo il coraggio straordinario di persone ordinarie, che si sono opposte alle avversità per accendere una scintilla nei tempi più bui”, ha ricordato Metsola all’Eurocamera riunita in sessione plenaria a Strasburgo. Tra loro, ha sottolineato la presidente, c’era anche l’allora poco più che bambino Bronislaw Geremek, ex parlamentare europeo e politico polacco. In aula è stato trasmesso un video omaggio, con le parole di Marek Edelman, attivista polacco di origini ebraiche, sopravvissuto all’Olocausto, che fu tra i promotori della sollevazione del ghetto di Varsavia: “Non eravamo stupidi, sapevamo a cosa andavamo incontro”.
È su questa forza straordinaria, di “donne e uomini che si sono sollevati quando non c’era più nulla da perdere”, che secondo Metsola “si costruisce la nostra storia europea”. Storia celebrata con un minuto di silenzio e con un narciso giallo, donato dal Museo Polin di Varsavia, che tutti gli eurodeputati hanno indossato per l’occasione. Perché proprio Marek Edelman, dopo la fine della guerra e fino alla sua morte avvenuta nel 2019, ha deposto ogni 19 aprile un mazzo di narcisi gialli sotto il monumento agli Eroi del Ghetto di Varsavia.