Bruxelles – Uno scontro tra destra e sinistra italiane durato più di un’ora e mezzo, in un Parlamento europeo semivuoto. Le premesse erano quelle giuste: la polemica era iniziata già sul titolo da dare al dibattito, con la modifica da parte dei gruppi di sinistra al titolo proposto dal Partito Popolare Europeo: “Necessità di salvare vite umane nel Mediterraneo” anziché “necessità di solidarietà nei confronti dell’Italia in situazione d’emergenza”. Ed è proseguita in aula, con ben 10 eurodeputati italiani che hanno preso la parola per attaccare l’immobilismo di Bruxelles e per criticare le posizioni della fazione politica opposta.
“Una situazione inaccettabile e insostenibile”, quella descritta dall’ultimo report dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), che ha documentato almeno 441 morti nel Mediterraneo centrale nei primi tre mesi dell’anno. L’ha definita così Jessica Roswall, ministra per gli Affari europei svedese, che ha aperto il dibattito a nome del Consiglio Ue. Una situazione che è una “massima priorità” per Bruxelles e che “richiede un’azione politica collettiva”. Che si traduce, secondo l’attuale presidenza dell’Ue, nell’avanzamento dei lavori per il Nuovo patto sulla migrazione e l’asilo, da concludere “prima delle prossime elezioni europee” in programma nella primavera del 2024.
In aula, in rappresentanza dell’esecutivo comunitario, c’era il Commissario europeo per il Bilancio, Johannes Hahn, che ha ricordato che “l’Italia è il beneficiario principale delle risorse Ue”, con quasi 2 miliardi di euro del Fondo Asilo e Migrazione destinati a Roma dal 2015. Più di 300 agenti di Frontex, 200 funzionari dell’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo (Euaa), 6 navi, due aerei e un elicottero: i 30 mila arrivi in Italia dall’inizio dell’anno “sono un onere per tutta l’Ue”, ha affermato Hahn. La Commissione, a causa dell’aumento del 300 per cento degli sbarchi rispetto al 2022, starebbe discutendo con l’Italia “eventuali altre misure di finanziamento di emergenza“.
Lo scontro tra gli eurodeputati italiani
Dopo le dichiarazioni di Consiglio e Commissione, è andata in scena la bagarre tra maggioranza e opposizione italiana. Carlo Fidanza (FdI) he definito “penoso” il riferimento sulla necessità di salvare vite umane aggiunto dalle sinistre al titolo del dibattito: “L’Italia non accetta lezioni di umanità da nessuno”, ha tuonato il deputato meloniano, secondo cui ridurre le partenze è “l’unico vero antidoto alle morti in mare”, mentre una missione europea di salvataggio rappresenterebbe solo “un nuovo pull factor”.
Ancora più dure Silvia Sardone e Susanna Ceccardi (Lega), che hanno incolpato l’Europa di riempirsi la bocca di solidarietà senza poi “aver fatto nulla”, se non “sprecato miliardi regalandoli alla Turchia di Erdogan da cui continuano a partire barconi”. Alessandra Mussolini (Fi) ha attaccato direttamente la sinistra italiana, rea di ostacolare l’organizzazione dell’emergenza messa in campo dal governo, con le Regioni di centro-sinistra che, “anziché dare una mano, boicottano il commissario” nominato da Giorgia Meloni.
Dall’altra parte, pronta la replica delle sinistre. Per il capodelegazione del Partito democratico, Brando Benifei, “sembra che Erdogan e Orban siano diventati i modelli della destra italiana e europea”. Il paradosso è che gli alleati di Meloni sono proprio quella “destra nazionalista che vuole lasciare sola l’Italia”. Concetto ribadito anche da Sandro Gozi (Iv), che sottolinea come “gli alleati dell’attuale governo italiano hanno impedito in questi anni di riformare il sistema di Dublino”. Gozi ha attaccato il ministro per l’Agricoltura Francesco Lollobrigida e le sue parole “vergognose” sulla “sostituzione etnica” da evitare in Italia.
Dito puntato contro la dichiarazione dello stato d’emergenza da parte del governo: per Laura Ferrara (M5S) “ha fatto comprendere che il governo Meloni non ha soluzioni concrete”, mentre Rosa D’Amato (Verdi) chiede ai colleghi “che senso ha lo stato d’emergenza per un fenomeno strutturale” e indica la via dell’accoglienza e dell’integrazione come “unico modo per trasformare l’immigrazione in opportunità”. Le ha fatto eco Pietro Bartolo (Pd), ex responsabile sanitario dell’hot spot di Lampedusa, secondo cui “la demagogia della destra trasforma in problema ciò che è in realtà un’opportunità”. Per Bartolo la solidarietà può significare solo “una Mare Nostrum europea”, un sistema di ricerca e salvataggio condiviso da tutti i Paesi membri.