Bruxelles – L’aeroporto di Francoforte-Hahn nelle mani della Russia e dei suoi oligarchi, Parlamento e Commissione Ue guardano con non poca inquietudine le mosse della Germania. Lo scalo tedesco diventa un caso. In piena guerra della Russia in Ucraina, e con l’agenda a dodici stelle fatta di sanzioni e impegni per indebolire la macchina da guerra del Cremlino, la Germania fa affari con la Federazione russa offrendo il controllo di infrastrutture fondamentali.
Kosma Złotowski, europarlamentare conservatore (Ecr), decide di chiedere lumi alla Commissione europea con tanto di interrogazione parlamentare. Qui ricorda i problemi finanziari dello scalo tedesco, motivo che ha portato alla stipula di un accordo preliminare per l’acquisizione da parte di NR Holding, una società di proprietà del miliardario russo Viktor Kharitonin, che al momento non è nella lista delle persone oggetto di sanzioni Ue. Questo permette al miliardario russo di poter operare, anche se, ricorda l’europarlamentare polacco, l’oligarca in questione è diventato miliardario “attraverso la sua società Pharmstandard, da lui fondata nel 2003 insieme al sanzionato Roman Abramovich”. E’ dunque vicino al ‘cerchio magico’ del presidente russo Putin, oltre al fatto che Kharitonin “è soggetto a sanzioni ucraine”.
L’esecutivo comunitario “segue da vicino la situazione ed è in contatto con le autorità tedesche sul caso in questione“, la risposta offerta dalla commissaria per i Mercati e i servizi finanziari, Mairead McGuinness, che riconosce così i dubbi all’interno del collegio. Dubbi non casuali, dato il contesto. “La Commissione invita gli Stati membri a vigilare sugli investimenti diretti russi nel mercato unico, evidenziando l’aumento del rischio derivante dagli investimenti soggetti all’influenza del governo russo nel contesto dell’invasione russa dell’Ucraina“.
Ad ogni modo, non essendo Kharitonin nella lista nera dell’Ue, per la Germania risulta difficile essere accusata di aggirare le sanzioni. Fermo restando che, ricorda McGuinness, “la decisione di autorizzare, vietare o imporre condizioni relative a un investimento spetta allo Stato membro in cui ha luogo l’investimento”.
C’è però un aspetto che la commissaria ritiene di dover ricordare. Le sanzioni dell’Ue approvate nel solco dell’aggressione russa all’Ucraina prevedono che ai cittadini russi o alle persone fisiche residenti in Russia è vietato di ricoprire incarichi negli organi di governo delle infrastrutture critiche. “Spetta agli Stati membri identificare e designare tali infrastrutture critiche“.
La questione è dunque legata al tipo di aeroporto, che offre sia servizio passeggeri che merci. Per il primo, Francoforte-Hahn offre voli stagionali per Marocco, Moldova, Italia, Grecia, Croazia, Spagna. Sono invece attive tutto l’anno tratte per Italia, Spagna, Irlanda, Regno Unito, Romania, Macedonia del Nord, Bulgaria, Albania e Bosnia. Gli aerei cargo volano invece in Cina, Azerbaijan e Austria.
La questione dell’aeroporto tedesco in odor di cessione ai russi si inserisce in un contesto tutto a dodici stelle in cui già uno Stato membro, l’Ungheria, ha deciso di sfilarsi della linea intransigente nei confronti di Mosca. Budapest ha deciso di circumnavigare le restrizioni sull’energia, e adesso si pone anche la questione dell’aeroporto di Francoforte.