Bruxelles – Da un anno il capitolo Ucraina apre costantemente le conclusioni del Consiglio Europeo e quello del 23-24 marzo non fa eccezione. Il vertice dei leader Ue continua a sostenere incondizionatamente Kiev e l’ultimo confronto con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky (in videoconferenza, dopo il primo di persona a Bruxelles lo scorso 9 febbraio) si è incentrato su pace, difesa e crimini di guerra russi in Ucraina. Con cinque punti critici evidenziati dallo stesso leader ucraino, che mette in chiaro come ogni ritardo nello sforzo congiunto contro l’esercito russo aumenta i rischi di un prolungamento della guerra: consegna di missili a lungo raggio, consegna di jet da combattimento, nuovo pacchetto di sanzioni, attuazione del piano di pace avanzato da Kiev e negoziati per l’ingresso del Paese nell’Unione Europea.
Chiaro il riferimento nelle conclusioni dell’ultimo Consiglio Ue alla necessità di raggiungere la pace in Ucraina, con il semaforo verde alla risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sui “Principi della Carta delle Nazioni Unite alla base di una pace globale, giusta e duratura in Ucraina”, adottata lo scorso 23 febbraio. I 27 capi di Stato e di governo Ue hanno ribadito il sostegno alla formula di pace di Zelensky e l’intenzione di continuare a lavorare con l’Ucraina sul piano di pace in 10 punti. Il contraltare è rendere la Russia responsabile dei crimini di guerra, che si accompagna all’incessante esortazione a “ritirare immediatamente, completamente e incondizionatamente tutte le sue forze militari e i suoi proxy” all’interno dei suoi confini “internazionalmente riconosciuti”. Per dovere di precisione, la Crimea non è riconosciuta dalla comunità internazionale come territorio russo. Confermata la bozza delle conclusioni sulla condanna “con la massima fermezza” alla violenza sessuale e di genere da parte dell’esercito invasore sulla popolazione civile. Spazio anche ai mandati di arresto da parte della Corte Penale Internazionale contro l’autocrate russo, Vladimir Putin, e la commissaria per i Diritti dei bambini della presidenza, Maria Lvova-Belova: “La Russia deve garantire immediatamente il ritorno in sicurezza degli ucraini trasferiti o deportati con la forza, in particolare dei bambini”.
Parlando di responsabilità per i crimini di guerra russi in Ucraina, i leader Ue appoggiano i tentativi di istituire un “meccanismo appropriato” per il perseguimento del crimine di aggressione, a partire dall’accordo per la creazione del nuovo Centro internazionale per il perseguimento del crimine di aggressione contro l’Ucraina (Icpa) all’Aia, collegato alla squadra investigativa comune sostenuta da Eurojust. Ma è all’orizzonte anche una nuova Convenzione sulla cooperazione internazionale in materia di indagini e azioni penali per genocidio, crimini contro l’umanità, crimini di guerra e altri crimini internazionali. Nel frattempo rimane saldo il supporto al diritto di autodifesa dell’Ucraina, per “soddisfare le pressanti esigenze militari e di difesa dell’Ucraina“. Accolto “con favore” l’accordo raggiunto lunedì (20 marzo) dai ministri degli Esteri per fornire “urgentemente” un milione di munizioni terra-terra e di artiglieria – per un valore di due miliardi di euro – e, “se richiesto”, anche missili. Si spingerà sia sull’approvvigionamento congiunto sia sulla mobilitazione di finanziamenti “adeguati, anche attraverso il Fondo europeo per la pace”.
Per quanto riguarda la questione delle sanzioni, il Consiglio Ue “rimane impegnato a mantenere e aumentare la pressione collettiva sulla Russia, anche attraverso eventuali ulteriori misure restrittive, e a continuare a lavorare sul tetto del prezzo del petrolio insieme ai partner”. Discorso che si estende anche a Iran e Bielorussia per il “continuo sostegno militare alla guerra di aggressione della Russia” attraverso sostegno materiale e politico. Il capitolo dell’Ucraina prende in considerazione anche le conseguenze che superano i confini dell’Ucraina, in particolare nella Repubblica di Moldova, sotto pressione da un anno sia nell’autoproclamata Repubblica filo-russa della Transnistria sia per le “attività destabilizzanti di attori esterni” denunciate dalla stessa presidente, Maia Sandu. L’invito dei leader Ue alla Commissione Europea è di “presentare un pacchetto di sostegno prima della prossima riunione” in programma il 29-30 giugno.